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A ricordo, nel Trigesimo delle Vittime Cuori neri spezzati il 12 luglio 2016

5 Agosto, 2016 | scritto da alessia paradiso
A ricordo, nel Trigesimo delle Vittime Cuori neri spezzati il 12 luglio 2016
Attualità
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Sdegnosa sorte, terribile e cinica è stata la vostra breve esistenza

E’ nostra la tristezza, il dolor ancor di più e non si può spegnere

Nella sofferenza lamentarci è il valore sublime che ci resta

Raccogliere pur piangendo con affetto intimo i nostri cuori non vivono più

Sul fiore dei vostri belli anni sono venuti a mancare i dolci, teneri moti e palpiti d’amore che non troveranno più posti nei nostri petti

Tristi sono diventati i nostri volti

Una disumana sorte ci ha strappato all’affetto che vi siete portati con voi e crudeli sono le ore che trascorriamo non avendo conforti

Misero e triste il tempo da trascorrere la nostra vita in questo giorno del ricordo, destinato a consumarsi lentamente nel tempo in un arcano futuro

Eravate i vitigni ove ogni giorno raccoglievamo grappoli d’amore acerbi, meno acerbi e maturi cui si poteva estrarre un mosto dolcissimo nettare che soltanto voi sapevate produrre

La vostra antologia non può, attraverso il tempo, cader nel buio più assoluto o rimaner all’ombra di una lucerna. Una luce senza raggi di sole e infondere col suo olio bruciante invadendo il cammino a chi non si può prestare luce a coloro che menzognano

Chi menzogna non può più offuscare chi la luce della speranza la vuole tenere sempre viva

Ancor giovani soave e grazie di fanciulle sono state strappate alla vita terrena

Chi non vi ha conosciute oggi gli artefici vi vorrebbero come muse e a vostra bellezza si addice un tempio

I forgiatori di bronzi, pittori e chi tratta marmo vi vorrebbero anch’essi come modelle

Canti epici si poteva innalzare a voi belle fanciulle

Giovarvi era chiamarvi fanciulle, stupefacente era la vostra bellezza

Breve è stata la vostra esistenza

Non è stata la rea vecchiezza a porre fine ai vostri sogni

La vita, seppur semplice e prudente, è stata improvvisamente strappata a chi vi è stato sempre vicino

Amarvi è stata la priorità

Breve è stata la vita felice e i mali sopportar di più sono povertà, amore e morte

Fino a noi il buio

In questa tremenda tragedia non volevamo essere coinvolti e neppure essere avviluppati da un tremendo dolore che ci avete lasciato in amarissima eredità

Non sapremmo nulla dei piaceri senza assaporare precedenti dolori e sofferenze

Chi ha tante colpe vuole purificarsi con se stessi ed entrare in una palude infettata e lavarsi col suo fango

Chi non si è educato alla coscienza del bene non può quindi guidare al bene la propria vita e quella degli altri

Un mediocre poeta andriese

Vincenzo Santovito

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