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Lettera aperta a Emiliano, un’infermiera scrive: “Stabilizzazioni senza concorso nelle PA, una vergogna tutta italiana!”

3 Aprile, 2017 | scritto da Redazione
Lettera aperta a Emiliano, un’infermiera scrive: “Stabilizzazioni senza concorso nelle PA, una vergogna tutta italiana!”
Attualità
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Salve, mi chiamo Claudia Zinfollino e sono un’infermiera“, esordisce così in una nota giunta in Redazione l’infermiera, che attraverso una lettera indirizzata al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha lanciato un appello affinchè sia portato avanti e sia rispettato un proprio diritto.

In queste settimane di grande fermento, ha avuto luogo la protesta da parte dei miei colleghi precari con il fine di bloccare le procedure concorsuali in atto, a favore della loro assunzione a tempo indeterminato, in applicazione del decreto Madia – spiega Claudia Zinfollino – .Una vergogna tutta Italiana, che consentirebbe la stabilizzazione del personale nelle PA, senza aver sostenuto un concorso pubblico, come per legge. Insomma, una beffa nei confronti di chi invece, studia, sostiene i costi dei lunghi viaggi per raggiungere ogni angolo d’Italia e sostiene delle prove a verifica delle proprie competenze“.

LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA, di Claudia Zinfollino

Gentile presidente Emiliano,
mi chiamo Claudia, ho 25 anni e sono un’infermiera. Le scrivo con la consapevolezza che probabilmente non leggerà la mia lettera per via dei suoi impegni istituzionali ma anche con la speranza e i sogni di cui noi giovani siamo pieni.

In questi giorni di grande fermento ho seguito le vicissitudini dei miei colleghi precari che le hanno chiesto di poter essere stabilizzati dopo anni a servizio del Sistema sanitario Pugliese e ho preso atto del suo impegno per poter portare a compimento questa loro richiesta. Ho anche letto, informandomi , che è riuscito ad ottenere lo sblocco delle risorse economiche per far fronte a questa spesa in termini di personale, ed io sono qui a scriverle proprio in merito a questo.

Non sono un’infermiera precaria per cui non posso comprendere appieno lo stato d’animo di chi lavora per anni senza un riconoscimento e senza una garanzia per il futuro, ma posso parlarle a cuore aperto di come ci si sente quando si fanno dei sacrifici che non portano a frutto un desiderio ma si vanificano nell’ ombra dell’ingiustizia. E’ proprio questo quello che sta accadendo a me e a chi come me sta vedendo sfumare, con questo provvedimento, la possibilità di realizzare un sogno nel terreno fertile della propria casa.

Le hanno chiesto di annullare il concorso regionale, oramai in corso d’opera, per lasciare spazio ai precari e coprire i posti vacanti con le stabilizzazioni. Questo è inaccettabile, è una follia indegna di un Paese democratico, è un insulto a noi che studiamo per superare delle prove in ogni angolo d’Italia che ci offra un barlume di speranza, a noi che facciamo sacrifici per poterci pagare questi costosissimi viaggi, a noi che siamo costretti ad abbandonare la famiglia e gli affetti più cari per avere la possibilità di lavorare chissà dove. E’ inaccettabile che ancora una volta passi il messaggio che basti solo un colpo di fortuna, una chiamata diretta, un avviso pubblico per soli titoli, per entrare a far parte di un sistema che non verrà a verificare le tue competenze, ma ti premierà, stabilizzandoti e beffandosi di tutti.

Questo non vuole essere un attacco ai miei colleghi, ne riconosco il valore, ne apprezzo l’esperienza e da molti ho anche imparato tanto, ma mi auguro che si giunga ad una soluzione rispettosa dei diritti di tutti. Un concorso al 50% per precari e al 50% per esterni è un ottimo compromesso. Tutti sono chiamati a sostenere delle prove, come è giusto che sia e a discapito di nessuno.

Io con molti altri colleghi ho partecipato e superato onestamente la preselezione di un concorso a cui adesso abbiamo diritto a partecipare, a nome del sudore, della fatica e dell’impegno che ci abbiamo messo e mi auguro che lei, ora, ascolti anche il nostro appello.

Confidando in lei e con l’augurio che si agisca secondo giustizia, le porgo i miei cordiali saluti“.

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