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Bat – Occhio a cosa scrivete! ArciGay attacca Gazzetta del Mezzogiorno

28 Giugno, 2017 | scritto da alessia paradiso
Bat – Occhio a cosa scrivete! ArciGay attacca Gazzetta del Mezzogiorno
Attualità
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“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!” (Nanni Moretti, Palombella Rossa)
Nanni Moretti aveva, ed ha ragione: le parole sono importanti. Ancora oggi, purtroppo però, il valore, il peso che si attribuisce al linguaggio che si utilizza, alle parole che si selezionano per comunicare, non è percepito come dovere imprescindibile da parte di tutti coloro che per professione scelgono di mettersi al servizio della comunità per raggiungere l’obiettivo di una informazione libera, corretta, obiettiva e veritiera.
In data 26 giugno, in prima pagina, la Gazzetta del Mezzogiorno ha inserito un trafiletto, di rinvio all’articolo all’interno del quotidiano, dal titolo: “Brindisi. Tenta di dar fuoco alla casa del suo ex. Gay arrestato”.
Vi siete mai chiesti quale fosse l’orientamento sessuale di una persona protagonista di un fatto di cronaca o quello, ad esempio, di un vincitore o vincitrice di premio Nobel? Pensiamo di no. Stupisce purtroppo, e ancora, come la carta stampata, e non solo quindi l’informazione online, spesso commetta errori nella selezione del linguaggio indirizzato a comunicare, ad informare.
Nelle linee Guida per una informazione rispettosa delle persone LGBTQI realizzato nel 2013 dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità nel 2013, si riferisce come il codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica abbia il dovere di tutelare “il diritto all’informazione su fatti di interesse pubblico, nel rispetto dell’essenzialità dell’informazione” (art. 5), “il diritto alla non discriminazione” (art. 9), e “la sfera sessuale della persona” (art. 11). La Carta dei doveri del giornalista ribadisce tali principi, attribuendo al giornalista “il dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discriminare mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche”. Nel paragrafo dedicato ai “doveri del giornalista”, si specifica che “il riferimento non discriminatorio, ingiurioso o denigratorio a queste caratteristiche della sfera privata delle persone è ammesso solo quando sia di rilevante interesse pubblico”.
Dal canto nostro, riteniamo che, rispetto alla notizia di cronaca diffusa, l’elemento del racconto dell’orientamento sessuale del protagonista della vicenda non sia di “rilevante interesse pubblico”. Stupisce, quindi, come esista ancora una scarsa conoscenza di quelli che sono i principi ispiratori di una professione fondamentale perché il diritto all’informazione sia pienamente realizzato nel nostro Paese.
Cogliamo l’occasione quindi per invitare tutti coloro che si impegnano ad esercitare la propria professione nel pieno rispetto dei diritti delle persone, in piena osservanza dell’art.3 della nostra carta costituzionale, al convegno “Omofobia e Transfobia – Strumenti interpretativi e legislativi. Dalla comprensione del fenomeno alla promozione di politiche di tutela ed inclusione sociale”organizzato da Arcigay Bat, per la tappa nella sesta provincia del Puglia Pride, previsto per giovedì 29 giugno alle ore 18.30 presso la Sala rossa del Castello Svevo di Barletta e che vedrà il contributo di studiosi accademici e del mondo delle istituzioni, impegnati univocamente nel contrasto a tutti i fenomeni discriminatori.

Valentina Lomuscio
Arcigay Barletta-Andria-Trani “Le Mine Vaganti”

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