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Bisceglie – Celebrazioni Giubileo Santi martiri entrano nel vivo

20 Luglio, 2017 | scritto da Redazione
Bisceglie – Celebrazioni Giubileo Santi martiri entrano nel vivo
Attualità
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Dopo la santa messa celebrata il 17 luglio in onore dei Santi Patroni Mauro vescovo, Sergio e Pantaleone nella chiesetta rurale del casale di Sagina, nell’agro biscegliese, laddove furono rinvenute le ossa dei tre santi protettori, entrano nel vivo a Bisceglie le celebrazioni del Giubileo dei Santi martiri. Una coincidenza irripetibile quest’anno: 1900 anni dal martirio dei Santi (117-2017) e 850 anni dal ritrovamento delle reliquie (1167-2017).
Una devozione sempre fervente quella della comunità biscegliese che nei secoli non si è mai sopita. La città dei tre Santi patroni celebrerà al meglio questa ricorrenza con funzioni eucaristiche, rievocazioni storiche e anche un annullo filatelico delle Poste italiane. Converranno da ogni parte d’Italia esimi rappresentanti e personalità del mondo ecclesiastico per rendere omaggio ai patroni principali dell’Arcidiocesi. Con il patrocinio del Comune di Bisceglie, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trani-Bisceglie-Barletta e Nazareth, la Commissione diocesana feste patronali, Il Comitato per il Giubileo dei Santi martiri e il Centro Studi Biscegliese, è stato elaborato il programma molto fitto e di alto profilo, data l’importanza storica, culturale e liturgica che assume certamente un carattere diocesano territorialmente più ampio.
Si partirà da mercoledì 26 luglio con i Primi vespri della Solennità dei Santi Mauro Vescovo, Sergio e Pantaleone Martiri. Alle ore 19:00, in Concattedrale, Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Michele Seccia, Vescovo di Teramo-Atri.

Sono passati 1900 anni da quando fu eseguita la sentenza della condanna al martirio di due cavalieri romani e di un vescovo, tutti e tre rei di seguire la parola di Dio. Erano Sergio, Pantaleone e Mauro vescovo, i tre santi venerati dalla comunità biscegliese. Il martirio dei Tre Santi Martiri è narrato nelle pagine del cosiddetto Leggendario, redatto dal vescovo Amando (1153 – 1182), in cui egli racconta d’averlo appreso dalla diretta voce di Gioele, abate benedettino di Santa Maria di Pulsano sul Gargano. Il Leggendario di Amando, ritenuto uno degli uomini più dotti del sec. XII, fu riportato, sotto il titolo di Historia Inventionis primae, nei voluminosi Acta Sanctorum redatti dai padri Bollandisti nel sec. XVII.
“La tradizione narra che nell’anno 51 d.C., Mauro di Betlemme, fatto vescovo dall’apostolo Pietro, dopo aver incontrato in Gerusalemme o in Efeso la Beata Vergine Maria, approdò sulle coste dell’Apulia per divulgare la nuova fede cristiana. La sua parola fu ascoltata da due nobili cavalieri romani, parenti dell’imperatore Traiano: Sergio, governatore della città di Bisceglie e Pantaleone, soprintendente delle guardie; i due rimasero così ammaliati dalle parole del vescovo che ne diventarono discepoli. Il proconsole di Venosa informato dei fatti ordinò il loro arresto, i tre furono condotti in carcere dove rimasero per ben dieci anni prima di essere giustiziati. La sentenza fu eseguita in Bisceglie il 27 luglio 117, in un luogo nelle vicinanze della lama detta poi di Santa Croce. I due cavalieri romani precedettero il loro maestro nella gloria del martirio: Sergio fu scarnificato vivo con uncini di ferro, Pantaleone fu affisso ad una croce, ambedue furono poi trafitti da una spada, Mauro invece fu decapitato.
Gettati in pasto alle fiere, i miseri resti furono pietosamente raccolti da una donna di fede cristiana, Tecla de Fabiis, vedova di nobile famiglia, e portati in una villa di sua proprietà nella vicina contrada Sagina, in territorio biscegliese, qui li compose in un sepolcro sul quale eresse un piccolo ma ricco oratorio che dedicò a San Sergio, di cui pare fosse una lontana parente. Quasi due secoli dopo, si crede che l’imperatore Diocleziano, accortosi che il loro culto aumentava nella popolazione la fede in Cristo Gesù, fece bruciare tutti gli atti relativi al loro processo”.0
Proprio giovedì 27 luglio, giorno in cui cade il 1900° anniversario del Martirio dei Santi Patroni Mauro Vescovo, Sergio e Pantaleone, sarà officiata la solenne concelebrazione eucaristica in Concattedrale. La funzione sarà presieduta da S.E. Card. Edoardo Menichelli, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo.

Il 30 luglio di 850 anni fa, vennero traslate le reliquie dei Santi nella cripta della Cattedrale. Il vescovo Amando, nel suo Leggendario, narra che: “Trascorsi oltre mille anni dal Martirio, nell’inverno 1167, un giovane di Acquaviva, tale Adeodonato sognò San Mauro che, vestito di bianco e con gli occhi splendenti, lo conduceva in una grotta, in fondo alla quale, al brillare di un’intensa luce, erano San Pantaleone crocifisso e San Sergio intento ad alimentare lampade. Nella primavera che seguì, il giovane, passato al servizio del monastero della SS. Trinità di Bari, rivide in sogno San Mauro che imperiosamente gli ordinava di recarsi sulla collina di Sagina per ritrovare i Sacri Corpi, seppelliti presso la chiesa di San Giovanni evangelista – edificata sui ruderi dell’oratorio di San Sergio, distrutto con l’intero villaggio dai Saraceni nell’anno 840 – e gli indicava come guida un eremita che egli avrebbe incontrato per caso di lì a poco. Infatti, trovandosi di prima mattina nella basilica di San Nicola, in occasione della festa del santo, Adeodonato riconobbe l’uomo indicatogli in sogno in un tale di nome Dionigi, custode della chiesa di Sagina, il quale si offrì di accompagnarlo. Giunti alla loro meta i due incontrarono un tale di nome Gualterio, milanese, anch’egli custode della chiesa, che riferì di aver anche lui sognato per ben tre volte San Mauro che, nell’atto di scendere dal cielo con in mano tre vasi d’argento colmi di manna odorosa, gli ordinava di ritrovare il Sacro Sepolcreto. Postisi prontamente a scavare, il 10 maggio, di mercoledì, i tre riportarono alla luce i ruderi dell’oratorio di San Sergio, dove apparvero i resti dei tre SS. Martiri (Prima Invenzione): a ponente, su una grande pietra, c’era il corpo del vescovo Mauro, a levante quello dei due cavalieri Sergio e Pantaleone.
Le ossa, riesumate e ripulite, furono portate nella vicina chiesa di San Giovanni; quelle di San Mauro, con l’anello al dito (anello della Beata Tecla), erano bianche come neve, quelle di San Sergio color d’oro, quelle di San Pantaleone color rosso fuoco. Sparsasi velocemente la voce del Sacro ritrovamento, a Sagina giunsero fedeli da ogni parte. Avvennero parecchie miracolose guarigioni di paralitici, zoppi, storpi, sordi, ciechi ed altri affetti da ogni sorta di malattia. Il numero dei visitatori cresceva di giorno in giorno e parve opportuno ai più trasferire i corpi in un luogo più sicuro e più degno. Andriesi, Ruvesi e Biscegliesi reclamavano il possesso delle Reliquie, fu stabilito che fosse la sorte a decidere a chi dovessero essere assegnate. Era il 9 di giugno quando le ossa furono poste su di un carro trainato da due grossi giovenchi fatti partire senza guida: sarebbero state assegnate alla città verso cui si sarebbero diretti. Percorso un paio di chilometri sotto una pioggia scrosciante, in prossimità di un tratturo che conduceva verso Bisceglie, uno dei due giovenchi scivolò su di un masso cadendo in ginocchio e lasciando un’impronta tuttora visibile, fu il Divino segno che la meta dei giovenchi fosse Bisceglie. Le Sacre Reliquie furono trasferite in un’arca che, portata a spalla da alcuni sacerdoti, fu fatta proseguire verso il paese. Non una sola goccia di pioggia bagnò l’immenso corteo di fedeli capeggiato dal vescovo Amando.
La Sacra Urna fu riposta nella chiesa di San Fortunato vescovo, nei pressi della Torre Maestra, nell’attesa che la chiesa Cattedrale fosse pronta ad ospitare le Reliquie nella sua cripta. Pochi giorni dopo, per maggiore cautela, si pensò trasferirli nella chiesa di San Bartolomeo apostolo, più vicina alla porta della città (Porta Zappino). Infine, il 30 luglio, alla presenza di una grande quantità di fedeli e di vescovi, abati, arcipreti, arcidiaconi e sacerdoti, provenienti dalle vicine città, avvenne la Solenne Traslazione all’interno della cripta della Cattedrale. Le ossa furono riposte in tre urne di pietra, sotto tre altari ornati di gemme e pietre preziose: a San Pantaleone, come rappresentante dell’autorità imperiale, fu riservato l’altare centrale, a San Mauro andò quello di destra, a San Sergio quello di sinistra.”
Il 30 luglio la città di Bisceglie e i fedeli potranno assistere ad una interessante rievocazione storica in occasione dell’850° anniversario della traslazione delle reliquie dei Santi nella Cripta della Concattedrale. Il Pellegrinaggio alla chiesetta del Casale di Sagina, luogo in cui sono state rinvenute le reliquie dei tre Santi Martiri. I fedeli potranno raggiungere il luogo con opportuni bus navetta. Partendo di qui dalle ore 16,00 si comincerà la processione rievocativa su un carro trainato da buoi bianchi che proseguirà percorrendo via la Merlina, la provinciale Corato-Bisceglie, via San Silvestro, via Garibaldi, il ponte di via Piave sino a Piazza Margherita di Savoia. Qui verrà celebrata una solenne eucarestia con Mons. Giovanni D’Ercole (vescovo di Ascoli Piceno) e volto noto per essere autore e conduttore della trasmissione televisiva “Sulle vie di Damasco” su RAI 2. Il corteo giungerà infine in Cattedrale percorrendo via Cardinal Dell’Olio.
Una comunità intera seguirà le celebrazioni e tutta la città sarà interessata da questo straordinario accadimento: il 3 agosto i vari quartieri della cittadina del nord barese si cimenteranno ne Il Palio della Quercia che darà il via alle festività dei Santi Martiri.
Sabato 5 agosto 2017 alle ore 19:00, in Concattedrale, avrà luogo la Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Felice Di Molfetta, Vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano.
Domenica 6 agosto 2017 sarà il clou della Festa Patronale. Alle ore 11:00, in Concattedrale, Solenne Pontificale presieduto da S.E. Mons. Nunzio Galantino, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana. Dalle ore 9,00 alle 13,00 in Piazza Vittorio Emanuele la cittadinanza potrà ammirare l’emissione dell’annullo Filatelico commemorativo dell’anniversario delle Poste Italiane.
Alle ore 18:00, Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, arcivescovo della diocesi di Trani-barletta-Bisceglie. Dalle ore 19:30, Solenne Processione delle Reliquie e dei Busti Argentei dei Santi Martiri.
Lunedì 7 agosto 2017, giorno conclusivo dei tre giorni dedicati ai santi patroni alle ore 19:00, in Concattedrale, Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Card. Francesco Montenegro, Arcivescovo metropolita di Agrigento, e presidente della Caritas Italiana.

La cifra dell’importanza di questa festa e il significato intrinseco dell’esempio dei Tre Santi martiri ce lo ricorda Papa Francesco “I santi non sono super uomini, non sono nati perfetti, sono come noi, come ognuno di noi, persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze”. La differenza con il resto dell’umanità consiste nel fatto che “quando hanno conosciuto l’amore di Dio, lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni o ipocrisie; hanno speso la loro vita al servizio degli altri, hanno sopportato sofferenze e avversità, senza odiare e rispondendo al male con il bene, diffondendo gioia e pace”. “Essere santi non è un privilegio di pochi ma è una vocazione per tutti. Tutti siamo chiamati a camminare sulla via della santità e questa via ha un nome e un volto, quello di Gesù. Lui nel Vangelo ci mostra la strada: quella delle beatitudini. Il Regno dei cieli, infatti, è per quanti non pongono la loro sicurezza nelle cose ma nell’amore di Dio; per quanti hanno un cuore semplice, umile; non presumono di essere giusti e non giudicano gli altri; per quanto sanno soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce; per quanto non sono violenti e misericordiosi e cercano di essere artefici di riconciliazione e di pace”.
“Che cosa ci dicono i santi, oggi? Ci dicono “fidatevi del Signore perché Lui non delude”, è un nostro amico e non delude mai. Con la loro testimonianza, ci incoraggiano a non avere paura ed andare controcorrente o di essere incompresi e derisi quando parliamo di Gesù e del Vangelo. Ci dimostrano con la loro vita che chi rimane fedele a Dio e alla sua Parola sperimenta già su questa Terra il conforto del suo amore e il centuplo nell’eternità”. Jorge Mario Bergoglio

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