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Molfetta – Gruppo Cicolella accusato di truffa sul fotovoltaico

6 Febbraio, 2018 | scritto da Redazione
Molfetta – Gruppo Cicolella accusato di truffa sul fotovoltaico
Cronaca
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Dalla mattinata di oggi, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari e della
Tenenza di Molfetta della Guardia di Finanza stanno dando esecuzione ad un decreto di
sequestro preventivo emesso dall’G.I.P. del Tribunale di Trani dott. Raffaele Morelli, su
richiesta del P.M. d.ssa Silvia Curione all’esito di complesse ed articolate attività d’ indagine
relative ad un consolidato sistema di frode nell’ambito dei contributi pubblici del G.S.E. per gli
impianti fotovoltaici.
Il provvedimento ablativo è stato emesso nei confronti dei fratelli Ciccolella Corrado, Antonio e
Vincenzo di Molfetta – noti imprenditori nel settore florovivaistico ed energie alternative – nonché
della società Sunflower srl con sede legale in Roma, a loro riconducibile.
Nei confronti degli stessi soggetti è in corso anche l’esecuzione di notifiche degli avvisi conclusione
indagini ed informazioni di garanzia.
Oggetto del sequestro preventivo sono tre grandi impianti destinati a serre con annessi impianti
fotovoltaici siti in Terlizzi (BA), ai sensi dell’art. 321 c.p.p. in quanto beni che hanno permesso la
realizzazione dei reati di truffa per cui vi è indagine; nonché somme di denaro o altri beni
(sequestro per equivalente), pari a circa 8 milioni di euro, quale profitto dei detti reati, quindi
destinati alla confisca ai sensi dell’art. 240 comma 1 cod. pen.
Le condotte oggetto di contestazione sono emerse a seguito di complesse e mirate indagini dei
finanzieri di Bari e di Molfetta – effettuate tramite l’analisi di numerosa documentazione, di
consulenze tecniche, di ricognizioni, appostamenti e simili intorno agli impianti di Terlizzi – attività
tesa ad accertare l’effettiva ricorrenza dei sostanziali requisiti di merito circa il diritto di percezione
della tariffa incentivante (per la normativa vigente, gli impianti fotovoltaici in questione
risulterebbero serventi all’attività agricola/serricola). Sono, invece, emersi numerosi e gravi
elementi di reità riconducibili alle fattispecie di truffa aggravata per la percezione di contributi
pubblici. Si è accertato che, di fatto, i tre impianti fotovoltaici erano fittiziamente al servizio dei
rispettivi impianti serricoli; infatti solo un corpo di circa 5.000 metri quadrati dell’impianto c.d.
Terlizzi 3 (serra 3) era coltivato dall’anno 2014; mentre, gli impianti c.d. Terlizzi 1, Terlizzi 2 e due
corpi (serra 4a e serra 4b) di circa 7.000 metri quadri del citato impianto Terlizzi 3, non
presentavano coltivazioni. Dati, peraltro, confermati anche dalla documentazione contabile della
società, laddove si rileva, negli acquisti e vendite di prodotti agricoli, l’assoluta modestia ed
irrilevanza economica dell’attività agricola, in relazione, invece, alla mole di contributi ricevuti per
gli stessi impianti. Tanto, in palese contrasto con quanto disposto dal D.M. 06.08.2010, per cui l’elemento principale per poter accedere agli incentivi nel settore elettrico è quello dell’esercizio
effettivo, reale, di coltivazioni agricole o floricoltura in “serre fotovoltaiche”. L’erogazione della
tariffa incentivante è vincolata, infatti, alla reale attività e produzione agricola.
In conclusione si è palesato in tutta evidenza, come la realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle
serre in questione sia avvenuta con il solo fine di ottenere gli incentivi pubblici a scapito
dell’attività agricola tradendo fortemente lo spirito dei detti incentivi; mascherando, cioè, una
sostanziale attività commerciale (quella relativa alla produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili) con lo schermo dell’esercizio di attività di floricoltura (che sola poteva giustificare la
richiesta di incentivi per il fotovoltaico e poteva giustificare un’ iter amministrativo più celere di
quello previsto per la realizzazione di un classico parco fotovoltaico “a terra”).
Sulla base di quanto accertato, condividendo la prospettazione investigativa di questa Procura, il
competente G.I.P., come detto, ha emesso un decreto di sequestro preventivo degli impianti serricoli
con annessi impianti fotovoltaici; nonchè sequestro per equivalente di somme di denaro (o immobili
e mobili registrati) per un valore di circa 8 mln. di euro.

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