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Gioco d’azzardo patologico: Nella bat bruciati 250 milioni di euro in un solo semestre

12 Giugno, 2018 | scritto da Redazione
Gioco d’azzardo patologico: Nella bat bruciati 250 milioni di euro in un solo semestre
Attualità
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Il gioco d’azzardo e le slot machine (dette anche macchinette) ormai sono diventate una dipendenza per un gran numero di persone, in questo periodo storico.

Un fenomeno alquanto allarmante secondo i dati diffusi dai Monopoli di Stato per quanto riguarda la provincia di Barletta-Andria-Trani.

Solo nella BAT si è registrato che nel primo semestre del 2017 sono stati giocati all’incirca 250 milioni di euro, ad Andria oltre 60 milioni.

Il picco è stato raggiunto dalla città di Trani dove è stato calcolato che la media del gioco è pari a 1.500 euro pro capite, per una spesa complessiva di 82,61 milioni di euro, mentre nella città di Barletta 60 milioni di euro e Bisceglie 34,45 milioni di euro in totale, cifre davvero paurose che fotografano una situazione di dipendenza da non sottovalutare.

Tale dipendenza è stata considerata una vera e propria malattia, riconosciuta anche come patologia che necessita, pertanto, di un percorso psicologico guidato.
Non vi sono limitazioni alle conseguenze e ai pericoli derivanti dalla dipendenza dal gioco.

La smania di vincere porta il soggetto a giocare sempre più soldi per poi passare alla macchina, alle proprietà e al lavoro con il conseguente allontanamento dagli affetti familiari e alla perdita della dignità, dell’amore proprio e della propria vita.

Il sogno di una grande vincita che cambi radicalmente la propria vita, la convinzione di conoscere tutte le tecniche migliori per sfidare la macchinetta, questi sono i presupposti che portano ad una vera e propria dipendenza e quindi al fallimento personale ed economico del giocatore che diventa la vittima del sistema.

Sebbene il gioco delle slot consista semplicemente nell’automatico e ripetitivo “premere il pulsante o abbassare la leva”, scaturisce, nella mente del giocatore, l’idillio o l’utopia che, esistano dei “trucchetti” per superare il cervello automatico e riuscire a vincere. In realtà, il sistema è generato secondo metodi matematici, attraverso l’utilizzo di generatori automatici di numeri casuali che producono un risultato altrettanto casuale dopo ogni giro della leva o del pulsante ivi presente.

Non importa se si tira la leva o se si premono i tasti tutti allo stesso tempo, i numeri generati sono casuali. Le probabilità di vincita su una macchina sono le stesse che si trovano su tutte le altre, l’unica cosa che si ottiene giocando su due o più macchine è solo perdere i soldi!!!

In un recente decreto dei Monopoli di Stato, infatti, viene descritto come deve funzionare il sistema delle VLT. Il RNG (Random Number Generator) può essere realizzato con programmi software e/o dispositivi hardware e deve risiedere nel sistema centrale.

I numeri casuali devono essere generati, ai fini della determinazione degli esiti di ciascuna puntata, rispettando i criteri di casualità, indipendenza statistica, imprevedibilità.
Il chip misterioso, il cuore di una VLT, è programmato per dare un particolare punteggio di gioco su una percentuale predeterminata, il cosiddetto “vantaggio della casa”.
Tutto si svolge in nanosecondi, il giocatore preme un tasto e la macchinetta fa tutto il resto, parliamo di numeri che vanno da 1 a 4 miliardi di combinazioni possibili in frazioni di decimo di secondo.
Il gioco delle slot, pertanto, è un vero e proprio gioco d’azzardo, basato sulle probabilità di vincita che porta inesorabilmente alla distruzione personale ed economica del giocatore patologico.

A fronte di questa grave situazione, nel 2016, è stata introdotta la legge di Stabilità, la quale prevedeva una sostanziale riduzione del numero di slot, mentre con il decreto di aprile 2017 sono state stabilite le modalità di attuazione fissando alcuni punti fermi: l’entità del taglio doveva essere calcolata rispetto ad una cifra e a una data.

La cifra era di 407 mila apparecchi, la data era il 31 dicembre 2016, con tale operazione, tutti i concessionari avrebbero dato il loro contributo e nessuno di loro avrebbe deciso di opporsi al taglio.

Durante il 2017 tutti questi concessionari si sono adeguati a questa tacita intesa ma c’è stato qualcuno che si è sottratto all’impegno ampliando addirittura il suo parco di slot.
Ma davvero la riduzione delle slot può portare ad arginare il fenomeno del gioco d’azzardo?

Non dimentichiamo il gioco on line che è sempre più diffuso, sono tantissimi i siti internet dove è possibile giocare in modo legale e sicuro, sotto il controllo dei Monopoli di Stato e lontano da occhi indiscreti e da giudizi critici.

Ricevo questa testimonianza che pubblico volentieri: “mi chiamo M. ho 45 anni, da tre anni non gioco più e sto cercando di riprendere in mano la mia vita”.
“….le mie giornate si svolgevano in una sala slot, entravo alle 10 e uscivo alle 23, il mio unico pensiero era vincere, giocavo su più slot possibili, a volte anche contemporaneamente.
Le vincite erano minime e mi assicuravano altre partite, quando non vincevo iniziavo a chiedere soldi in prestito alla gente lì presente, i cosiddetti “spettatori” che facevano il tifo per me e mi aiutavano a continuare a giocare. A volte portavo mio figlio con me, aveva otto anni all’epoca e trascorreva la giornata in silenzio, senza mangiare e senza reclamare attenzioni, il suo ruolo era quello di cambiare le banconote in spiccioli o tenere d’occhio la slot quando mi allontanavo per procurarmi altri soldi. Volevo vincere sempre più soldi e quando vincevo li rigiocavo per raddoppiare, quando perdevo, giocavo ancora per recuperare.

Nel giro di qualche mese ho perso tutti i miei soldi, la macchina, il lavoro, la mia famiglia e mio figlio, oltre ad aver accumulato una serie di debiti a tassi di interessi elevati…
Ho smesso di giocare quando non ho avuto più nulla da giocare, dopo aver rubato i soldi del lavoro, aver rovinato la mia famiglia e me stesso. È stato allora che ho deciso di rivolgermi ad un’associazione formata da altri giocatori come me, all’inizio pensavo di essere un super giocatore, poi ho capito che ero come gli altri, un padre che si giocava il pane e la vita di suo figlio!”

Resta, pertanto, da attuare le direttive e le limitazioni sotto tutti gli aspetti e soprattutto nell’ambito della tecnologia web, il fenomeno andrebbe frenato, occorrerebbe dare più informazione ai cittadini per contenere il gioco d’azzardo ed evitare che un gran numero di famiglie finisca sul lastrico.

Dott.ssa Scamarcio Adriana

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