Nella proposta di legge sull’agricoltura di precisione, approvata oggi in IV commissione, la ricerca è un aspetto preponderante, ma non esaustivo.
Non è una pdl che mira a rafforzare solo la ricerca, ma la finalizza a un obiettivo ben preciso: trasferire i risultati della ricerca a chi pratica l’agricoltura tradizionale, innestarla nel tessuto agricolo e formare gli agricoltori che non conoscono questi aspetti innovativi.
Per questo ritengo che la dotazione finanziaria messa a disposizione debba essere incrementata ed è quanto proporrò in Consiglio regionale con un apposito emendamento”.
Lo dichiara, in una nota, Ruggiero Mennea, componente della IV commissione, a conclusione della seduta durante la quale è stato approvato – a maggioranza – il testo unificato frutto di due proposte di legge (una di Francesca Franzoso e l’altra di Domenico Damascelli) in materia di agricoltura di precisione.
“Il progetto pilota previsto nella legge – forse chiamato impropriamente così – è riferito non solo alle università, ma anche alle imprese agricole singole e associate, ai consorzi agricoli, agli istituti di ricerca”, ha sottolineato Mennea.
“Per questo, ritengo che 500mila euro siano pochi – ha rimarcato – se vogliamo che i risultati di questa ricerca vengano diffusi il più possibile.
Servirebbe di più per formare e qualificare gli agricoltori del futuro che vogliano misurarsi col mercato globale.
Oggi la sfida della nostra agricoltura d’eccellenza è quella di superare le barriere del mercato locale e affermarsi all’estero in modo strutturale, per guidare la nuova era dell’agricoltura innovativa e incontaminata.
Per questo, in Consiglio, proporrò – conclude – di aumentare la dotazione finanziaria”.
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