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Losito (Idea) su sicurezza campagne: “La vigilanza campestre necessita di una riforma”

30 Luglio, 2018 | scritto da Alessandro Liso
Losito (Idea) su sicurezza campagne: “La vigilanza campestre necessita di una riforma”
Politica
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Il Coordinatore regionale di Idea, l’avv. Francesco Losito, è intervenuto in merito alla sicurezza nelle campagne evidenziandone la mancanza di “forze” per arginare il fenomeno deliquenziale delle zone rurali del territorio.

Oggi più che mai parlare di sicurezza nelle aziende agricole e nelle campagne pugliesi è un dovere per chi ha l’onere e l’onore di occuparsi della Pubblica amministrazione. Ma sia chiaro però che l’approccio al tema della sicurezza nelle campagne e del controllo del territorio agricolo in Puglia non può e non deve essere svincolato dal “sistema” della vigilanza campestre.

Un fenomeno esclusivamente pugliese che rimane unico e solo presidio di tutela e controllo del territorio per gli agricoltori. Totalmente di natura privatistica, autogestito in forma associazionistica dagli imprenditori agricoli, ha consentito per oltre un secolo di contenere il fenomeno delinquenziale nelle aree di campagna in cui ha operato in modo strutturato e ben organizzato.

Oggi la vigilanza campestre da sola, così come concepita, non è più in grado di contribuire a questi scopi se non in alcuni sporadici casi. Il “sistema” necessita quindi di una vera e propria riforma non solo strutturale ed organizzativa bensì anche legislativa ed a nulla servono i soliti appelli che incitano all’utilizzo dell’Esercito nelle nostre campagne, considerato che se si avesse un minimo di competenza in materia ci si renderebbe subito conto che la professionalità e la competenza tecnica non possono essere surrogate dalla Forze militari.

In primis le Prefetture, con la sezione preposta al controllo in seno alle Questure della Polizia amministrativa, devono comprendere che la Vigilanza campestre in Puglia è una risorsa da tutelare e stimolare, non fosse altro perché non ha scopo di lucro e non è paragonabile ad alcun tipo di Istituto di vigilanza privata. Ne è prova il fatto che anche la normativa del TULPS (Testo Unico sulle Leggi di Pubblica Sicurezza), agli artt. 133 e 134 distingue le due realtà.

La vigilanza campestre è un servizio che da lavoro in Puglia ad oltre 400 addetti, con qualifica di GpG (guardi particolare giurata) seppur con una presenza non capillare e completa su tutto il territorio
Ben venga l’iniziativa di Coldiretti che, come sempre, su questo tema ha dimostrato attenzione, sensibilità e disponibilità, ma tutto ciò non basta
Avevamo già in Puglia un Osservatorio insediato dall’allora Sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, era l’ORSA (Osservatorio Regionale sui reati in agricoltura).

Mi piacerebbe sapere che fine ha fatto e se ancora le Prefetture lo attivano per la problematiche di ordine pubblico nelle nostre campagne, in caso contrario, perché non più?

In realtà si rende necessario ed opportuno un lavoro di gruppo nella consapevolezza che la vigilanza campestre in Puglia non è solo un presidio di legalità e sicurezza, ma anche un punto nevralgico di riferimento per le Forze dell’ordine, in alcuni casi insufficienti a controllare le città. Nei comuni in cui la Campestre funziona ed è ben strutturata le statistiche dimostrano dettagliatamente che un certo tipo di reati sono meno frequenti o più contenuti. Dove è assente, lì prolifera la vigilanza abusiva col dilagare del lavoro nero, dell’evasione fiscale e previdenziale.

Gli strumenti quindi già esistono. Non serve inventarsi nulla di nuovo, ma si rende necessario promuovere un progetto di riorganizzazione territoriale della vigilanza campestre alla luce anche degli ultimi episodi di danneggiamenti. Un progetto che abbia come scopo principale quello di coordinare tra loro i Consorzi già esistenti ma purtroppo oggi lasciati in ordine sparso e che trovi gli strumenti necessari per rendere certo il pagamento del canone del servizio di vigilanza da parte dei contribuenti. Ed in questo un grande aiuto potrebbero darlo le Organizzazioni professionali di categoria agricola.

La sicurezza oggi deve necessariamente essere annoverata come costo nel bilancio delle nostre imprese senza pretendere di accollare tutto solo ed esclusivamente sulle Forze di polizia. Dal canto suo la Pubblica amministrazione, sia essa intesa come Provincia, Regione o meglio ancora Prefettura, ha da tempo gli strumenti a sua disposizione per attingere alle risorse messe a disposizione dalla Governo centrale. E mi riferisco ai PON sicurezza.

Chiedo pertanto all’Assessore Di Gioia ed al Presidente Emiliano, a seguito del tavolo tecnico tenutosi nei giorni scorsi a Bari con Coldiretti Puglia di rendersi parte attiva nell’avviare le necessarie procedure di concerto con il Ministero degli Interni e le Prefetture per verificare le condizioni e le opportunità affinché si avvii uno specifico studio sulla mappatura e sul possibile coordinamento territoriale dei Consorzi di vigilanza campestre in Puglia per poi candidare la stessa regione alle misure ed agli assi del PON 2014/2020, penso, per esempio, all’asse II “Rafforzare le condizioni di legalità delle aree strategiche dello sviluppo economico”, la cui progettualità da tempo la Federazione regionale dei Consorzi di vigilanza campestre di Puglia aveva pronta e predisposta e portato a conoscenza dell’Ente Regione, ma che purtroppo non ha mai avuto i necessari riscontri da parte dei soggetti preposti ed anche qui mi porrei la domanda, perché?”.

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