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Barletta – “Se chiude la cultura la città muore”. Intervengono: Unimpresa, Assoimprese e Comitato pro Canne della Battaglia

18 Agosto, 2018 | scritto da dora dibenedetto
Barletta – “Se chiude la cultura la città muore”. Intervengono: Unimpresa, Assoimprese e Comitato pro Canne della Battaglia
Cultura
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“La chiusura del Castello, del Museo Civico, del Lapidarium, di Palazzo della Marra, della Pinacoteca De Nittis  e del Sito Archeologico di Canne della Battaglia, nel giorno di Ferragosto a Barletta,

ha disorientato gruppi di turisti e cittadini del territorio che si sono recati in questi luoghi per visitarli ed ammirarli, trovandoli chiusi. – commentano in una nota congiunta  i presidenti: Savino Montaruli di Unimpresa Bat, Francesco Filannino di Assoimprese e Nino Vinella del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia – Archeoclub Barletta –  

Una tristezza che diventa rabbia perché la delusione diventa ancor più grande quando, attorno a quei luoghi, aumentano l’incuria e lo scempio ambientale.

Lasciare un turista senza servizi, senza un sito da visitare, incredulo dietro cancelli chiusi è il sintomo di un degrado istituzionale che ha superato ogni limite; è il segnale di un disinteresse verso il territorio tale da suscitare l’indignazione generale ma provate a chiedervi quanti silenzi ci siano ancora attorno a tutta questa sciatteria?

Perché non giungono voci di rabbia, di proposta, di ribellione di fronte ad un declino progressivo di un territorio che per le sue bellezze  e per le sue potenzialità dovrebbe stare in testa alla “Puglia che Piace”?

In verità ci sarebbe da chiedersi come funzionano quei siti attrattivi quando non è Ferragosto e ci accorgeremmo che in realtà i punti di debolezza restano intatti anche quando quei siti sono aperti e visitabili.

Dunque cosa sta accadendo? Perché non si comprende il Valore del patrimonio di questo lembo di terra tanto piccolo quanto ricco di potenzialità inespresse ed inesplorate?

E’ un problema politico? E’ un problema dirigenziale? Sono entrambi i problemi che, unendosi, rendono la situazione incontrollabile?

Eppure se la politica dedicasse solo una piccolissima parte del suo tempo sprecato altrove alla programmazione ed alla cura del territorio e  della sua essenza crediamo che le cose potrebbero seriamente migliorare;

se quell’apparato dirigenziale, spesso di diretta emanazione politica dedicasse un poco del suo tempo a fare da stimolo alla politica perché giungano segnali ed atti di indirizzo verso una metamorfosi positiva le cose potrebbero veramente cambiare.

Purtroppo questo, tutto questo non accade e non è vero che non accade ovunque.

No, non accade in questo territorio quindi il problema sta tutto in questo territorio che non solo non riesce a fare rete ma non conosce neppure cosa significhi fare sistema e senza la conoscenza di questi minimali,

fondanti principi alla base dello sviluppo e del progresso di una comunità e di una società significa che quella politica, quel mondo politico;

quella dirigenza, quel mondo dirigenziale sono inadeguati se non inopportuni quindi vanno cambiati, vanno sostituiti o completamente rimodulati.

Se non si riparte dalla rottura di quegli schemi, di quelle incrostazioni, di quelle contaminazioni allora significa che il viaggio sarà sempre molto, troppo breve e la strada troppo corta.

Quel viaggio, a Barletta, si è fermato a Ferragosto, sul ciglio di un cancello chiuso.

 

 

 

                          

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