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Refezione scolastica, a Trani si comincia da oggi. E ad Andria? Tra aumenti e lamentele, regna la confusione totale

1 Ottobre, 2018 | scritto da Alessandro Liso
Refezione scolastica, a Trani si comincia da oggi. E ad Andria? Tra aumenti e lamentele, regna la confusione totale
Attualità
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Due pesi e due misure. Il tema caldo di questo inizio autunno 2018 è ovviamente l’inizio della scuola, ma ad inasprire e ad infiammare la situazione ci pensa il problema della refezione scolastica.

A Trani tutto scorre liscio come l’olio, al punto da indurre il Sindaco ad emanare una comunicazione che mette al corrente la cittadinanza sull’imminente inizio del servizio di refezione scolastica: il 1°ottobre, cioè oggi.

“Si comunica che il servizio di refezione scolastica nelle scuole dell’infanzia e primaria della città di Trani avrà inizio lunedì 1 ottobre 2018.

I genitori che non hanno ancora depositato la domanda con la relativa documentazione (modello ISEE) per usufruire del servizio, potranno consegnarla all’Ufficio Pubblica Istruzione del Comune di Trani (1° piano del Palazzo di Città) entro e non oltre la prima settimana di ottobre”.

Per di più l’Amministrazione tranese, “per tutta la prima settimana di ottobre, garantirà comunque i pasti a tutti gli alunni che usufruiscono del servizio mensa“.

Com’è la situazione ad Andria invece? Peggio che andar di notte!

Come anticipato dall’articolo del 27 Settembre scorso, in seguito alla drammatica situazione delle casse comunali, pare che nelle scuole statali il costo dei buoni pasto sia passato da circa €2,50 a €5,00 per bambino. Mentre gli asili privati della città hanno incrementato la quota mensile da €70 circa a € 120, senza alcun preavviso e diritto di replica.

In questi giorni copiose sono state le lamentele, sit-in di protesta sotto il Comune, al fine di ricevere risposte chiare dall’amministrazione su come reperire i fondi necessari alla ristabilizzazione della situazione. Ma nulla.

Ricordiamo che il servizio mensa viene finanziato per metà dal comune e per metà dalla regione: adesso venendo meno la quota comunale, a causa del bilancio negativo (per usare un eufemismo) in cui “sguazza”, viene meno la convenzione con la regione. Per avviare il servizio, Palazzo di Città avrebbe dovuto “trovare” ottocentomila euro (dico 800.000), ma il problema si sarebbe dovuto risolvere a giugno e non a fine settembre con scuole già aperte e quando ormai è troppo tardi per poter prendere altre decisioni e magari decidere di iscrivere il proprio figlio ad una scuola statale.

Non è giusto gravare ancora insistentemente sulle spalle di cittadini, lavoratori e genitori incolpevoli della situazione economica disastrosa dell’ente comunale.

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