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Trani – Epiteto infelice su tifosi tranesi: il sindaco attende le scuse

4 Dicembre, 2019 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – Epiteto infelice su tifosi tranesi: il sindaco attende le scuse
Calcio
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La gara è Molfetta Calcio – Vigor Trani.
La trasmissione sportiva è quella in onda su Antenna sud.
Il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Vito Princigallo, riporta l’epiteto scritto su uno striscione esposto allo stadio dai tifosi molfettesi.
Immediata la reazione del primo cittadino tranese, Amedeo Bottaro sulla sua pagina Facebook.

“E no, cara Antenna Sud. Se il conduttore ha fatto passare queste dichiarazioni, il sindaco di Trani no.
Non trovo affatto divertente quanto raccontato in televisione in questa trasmissione. La trovo, al contrario, un’uscita di pessimo gusto.
Trani e la sua gente meritano RISPETTO
Mi aspetto in merito una immediata presa di posizione dal direttore di Antenna sud live teleonda tv
Subito arrivano le scuse della redazione sprtiva di Antenna sud,la giornalista Claudia Carbonara.

“Egregio sindaco, a nome della redazione sportiva di Antennasud in qualità di responsabile prendo le distanze da ciò che è stato detto in trasmissione, anche se in buona fede. Conosco la piazza di Trani ed anni fa sono stata madrina della squadra il giorno della presentazione con grande orgoglio. Chiedo scusa e le garantisco che il nostro affetto nei confronti della Trani calcistica è molto forte e il vostro bomber più rappresentativo lo può confermare. Lo sfottò è una cosa l’offesa è un’altra. La invito ufficialmente domenica in trasmissione. Sarà per noi un piacere”.

A seguire sono giunte anche le scuse del giornalista autore del “fattaccio”, Vito Princigallo.

Gentile Sindaco, sono Vito Prigigallo.
Intanto, se ho offeso qualcuno per l’aver riportato UN FATTO accaduto durante una partita di calcio che non sia un calcio di rigore, CHIEDO SCUSA. A lei e ai tranesi. Non era mia intenzione offendere alcuno.
Spiego. Da vent’anni che mi occupo di calcio di provincia, ho provato a raccontare il pallone con metafore e soprattutto attraverso le voci della varia umanità che popola questo mondo straordinario. Nel commento sulla Gazzetta alla giornata di Eccellenza, ho scritto che Molfetta-Trani è stato uno spot per il calcio. Nel finale della trasmissione di Antenna Sud di cui sono stato ospite ho sottolineato che quella partita e quelle squadre e quei tifosi e quell’arbitro hanno vinto il campionato. Pare che tutto ciò non interessi a nessuno. Ne prendo atto.
Non ho sottolineato la paternità del primo striscione, bensì quella del secondo: Rialzati Albania, toccante. Dalla goliardia alla solidarietà, almeno sugli spalti.
Attorno a Molfetta-Trani se ne stanno raccontando di tutti i colori: ma a me le teorie complottistiche non hanno mai interessato: spettera’ ai giudici sportivi stabilire se ci siano state irregolarità o comportamenti in violazione della lealtà sportiva.
Ma con questo non voglio deviare l’attenzione dal “fattaccio”. Forse non ho riflettuto a sufficienza su quali potessero essere le conseguenze di un racconto così atipico. Mi dispiace.
Ma, francamente, ritengo che lei abbia cose un po’ più importanti di cui occuparsi. Quando tornerò a Trani, la inviterò a gustare una frittura di pesce da Pescandalo o una prelibatezza dagli amici Antonio Delcuratolo o Felix Lobasso per fare ammenda dell’accaduto.
Mi dia atto, tuttavia, gentile avvocato, del fato che qualche anno fa io e i miei colleghi abbiamo dovuto raccontare di una piccozza da pompiere lanciata nel campo dalla gradinata del Polo durante un altro derby.
Io, francamente, preferirei che il calcio fosse sempre gol e striscioni, anche urticanti.
Con simpatia nei suoi confronti e nei confronti della sua splendida città.
Nel calcio vige la regola che la reazione è condannabile piu dell’azione.
Ecco allora arrivare la reazione del gruppo 1929, tifosi organizzati della Vigor Trani calcio

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