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Barletta – Il “tocco di Dio” della pet-therapy entra per la prima volta in ospedale

10 Gennaio, 2020 | scritto da Redazione
Barletta – Il “tocco di Dio” della pet-therapy entra per la prima volta in ospedale
Attualità
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Ci sono emozioni che nascono lì dove le parole si fermano. Emozioni dettate da sguardi e carezze. Silenziosamente intrecciati in una comunicazione che varca la soglia del possibile, ci si ritrova a “parlare” nello spazio più profondo, nascosto dietro un palpito. Da anni la pet-therapy cerca di diffondere un tipo di interrelazione suprema, capace di valicare confini, di accomunare, di includere, di curare…

Per la prima volta questo “tocco di Dio”, reso possibile grazie alle autorizzazioni ed alla sensibilità del Direttore di pediatria, dr. Martire Baldassarre, il Direttore di Presidio Ospedaliero di Barletta, dr. Doronzo Francesco ed il Direttore Generale ASL BAT, avv. Alessandro Delle Donne, ha percorso le corsie di un Ospedale della provincia BAT, ed in particolare dell’ospedale di Barletta per giungere ai piccoli ospiti del reparto di pediatria nel giorno dell’Epifania. Alla presenza della squadra di pet-therapy di Città dell’Infanzia, dott.ssa Caterina Calamo,Psicologa Psicoterapeuta, dott.ssa Patrizia Castellano, dott.ssa Cecilia Scaringella – il presidente di Città dell’infanzia dott. Vincenzo Dibari, e il dr. Carlo Avantario, storico editorialista di cittadellinfanzia.it, la dott.ssa pelosa Baby Girl ha portato un fascio di luce, giocosità e amicizia intingendo di colore tutto il reparto e lo staff medico e infermieristico. Un evento storico per l’ospedale, che, fino a questo momento, non aveva ancora potuto sperimentare una co-terapia che, oggi, è ritenuta scientificamente coadiuvante nei trattamenti della medicina ufficiale. Perché lo spirito è la molla capace di accelerare processi di guarigione e permette di innescare pensieri atti a una stimolazione sensoriale che funga da “immunizzante”.

Ci auguriamo che possa essere l’inizio di un serio percorso congiunto con le ASL nella consapevolezza che i malati, i sofferenti nel fisico e nello spirito, debbano sentirsi, principalmente, amati e rispettati in quello che, troppo spesso, è dimenticato: anima e cuore

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