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Sistema creditizio del Mezzogiorno, Messina (PD) : “Provvedimento, in piena coerenza con il rilancio del sistema bancario”

7 Febbraio, 2020 | scritto da Redazione
Sistema creditizio del Mezzogiorno, Messina (PD) : “Provvedimento, in piena coerenza con il  rilancio del sistema bancario”
Politica
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Pubblichiamo di seguito l’estratto dell’intervento in aula della senatrice Assuntela Messina (PD) a sostegno della conversione in legge del DDL 1672 : sostegno del sistema creditizio del Mezzogiorno.

La crisi della Banca Popolare di Bari avrebbe potuto rappresentare un vero e proprio terremoto, per i tantissimi risparmiatori coinvolti e finanche per la tenuta del sistema economico di tutto il Meridione.

Un pericolo scampato grazie all’intervento del governo che, con il decreto n. 142/2019 finalizzato al sostegno del sistema creditizio del Mezzogiorno, ha inteso porsi a tutela del risparmio e a difesa del sistema delle imprese e della capacità di erogare credito.

Il provvedimento, in piena coerenza con il lavoro di rilancio del sistema bancario portato avanti dal Partito Democratico in questi anni, riesce a dare una risposta rapida ed efficace alle emergenze emerse dopo il commissariamento della Banca Popolare di Bari.

Sia tutelando i risparmiatori e gli obbligazionisti, ossia le migliaia e migliaia di famiglie che hanno investito gran parte dei loro risparmi nelle attività della banca, sia salvaguardando i posti di lavoro dell’istituto, messi in serio pericolo dalla crisi in corso.

In tal senso, è da segnalare positivamente l’interlocuzione avviata in queste ultime ore dai Commissari straordinari della Banca Popolare di Bari attraverso incontri con i rappresentanti delle associazioni dei consumatori per un’importante apertura su eventuali indennizzi a favore prioritariamente dei piccoli risparmiatori ed in generale degli azionisti.

Al contempo – grazie alle modifiche proposte dal PD in Commissione – si impone un severissimo regime di controllo e monitoraggio della banca che impedirà, per il futuro, il ripetersi dei vergognosi sbagli del passato: sia confermando gli indispensabili requisiti di onorabilità, professionalità e autonomia per i nuovi manager, sia imponendo l’obbligo di riferire ogni quattro mesi alle Commissioni parlamentari competenti sull’andamento delle operazioni finanziarie, anche per conoscere gli sviluppi sotto il profilo della salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti dell’istituto.

Questo decreto, insomma, mette definitivamente la parola “fine” ad un metodo di gestione dei risparmi che non può che definirsi improprio e che ha causato il forte decadimento di un simbolo di un intero territorio, non solo pugliese. Ma non solo.

Il decreto dà anche vita alla Banca del Mezzogiorno, quale istituto di credito a guida pubblica.

Uno strumento agile ma anche in grado di operare in termini di mercato a favore delle imprese e dei territori del Sud d’Italia, per contribuire a ridurre uno degli elementi strutturali del divario economico tra Nord e Sud: il costo dell’accesso al credito.

È chiaro, dunque, che la buona riuscita di questo processo passi – sì dalla mobilitazione di risorse pubbliche e di risorse private – ma soprattutto da una particolare attenzione da parte della politica nazionale.

Una volta approvato il decreto, infatti, è indispensabile che non si gettino i remi in barca.

Al contrario, sarà fondamentale indirizzare le politiche pubbliche alla ripresa del sistema creditizio, per creare i presupposti di una nuova stagione d’investimenti nel Sud Italia e per rilanciare in tempi rapidi il più grande istituto di credito del Sud Italia.

Una realtà che ha saputo fare molto meglio di quanto è emerso nelle ultime settimane: la Popolare di Bari ha sostenuto per 60 anni il tessuto economico ed imprenditoriale del Mezzogiorno, favorendo la crescita, lo sviluppo e l’occupazione in molte aree del Sud Italia.

La nuova Banca del Mezzogiorno erediterà questa fondamentale funzione, dando a un intero territorio nuove opportunità di sviluppo e di investimento, per recuperare il gap con il Nord e rimettere in moto l’economia meridionale, duramente colpita da uno scandalo di cui è fondamentale accertare le responsabilità.

Non solo perché è giusto. Ma anche per dare un segnale forte e inequivocabile di cambiamento nella gestione del credito, per rassicurare i cittadini e recuperare la fiducia verso il sistema bancario.

Insomma, l’azione della politica non si conclude con l’approvazione del decreto, con il salvataggio della Popolare di Bari e la costituzione della Banca del Mezzogiorno.

Il lavoro inizia oggi. E dovrà essere sapientemente e lucidamente mirato a rilanciare il sistema del credito nel meridione, innanzitutto attraverso una rinnovata serietà nella sua gestione, per restituire la fiducia che è venuta a mancare e ricostruire le condizioni di un rapporto sano e duraturo con il territorio.

Per questo abbiamo bisogno, più che mai, di lanciare un messaggio positivo. Un messaggio che parta da questo Parlamento, passi per le istituzioni nazionali e locali e che sia capace di raggiungere le persone che oggi sentono giustamente tradite le loro aspettative e la loro fiducia.

Per continuare su questa strada ci vuole concretezza, passione e coinvolgimento.

Ci vuole quella Politica che, rivisitando criticamente se stessa, passando anche attraverso decisioni impegnative, sostanzi la concretezza del suo impegno, realizzando la responsabilità di riaprire un canale di dialogo e un confronto positivo tra la società civile e le istituzioni.

Una Politica che ridetermini così la sua natura di esclusivo servizio in favore dei cittadini e del bene comune.

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