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Delvecchio (Ordine Medici Bat): “L’allarme legato al Coronavirus sta creando panico ingiustificato nella popolazione”

26 Febbraio, 2020 | scritto da Redazione
Delvecchio (Ordine Medici Bat): “L’allarme legato al Coronavirus sta creando panico ingiustificato nella popolazione”
Attualità
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“L’allarme legato alla diffusione del Covid 2019 sta creando confusione e panico ingiustificato nella popolazione e tra gli operatori sanitari, non possiamo permettercelo! Il panico e la disinformazione galoppante in Rete sono peggiori della stessa malattia”. Così il presidente Benedetto Delvecchio, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Barletta Andria Trani.

E poi: “Mentre scriviamo, oggi mercoledi 26 febbraio, in Puglia non vi sono segnalazioni di casi di infezione, non vi è quindi una emergenza sanitaria attuale, ma uno stato di allerta che ci impone di adottare misure di prevenzione e contenimento di eventuale diffusione della malattia. Se la situazione sanitaria dovesse cambiare cambieranno le misure da adottare. Ad oggi è necessario attivare una rete di sorveglianza e di prevenzione che garantiscano la salute dei cittadini. Ricordiamo le norme da rispettare secondo le direttive ministeriali; è necessario adottare le misure igieniche fondamentali: lavarsi le mani spesso, starnutire e/o tossire in fazzoletti mono-uso, evitare luoghi chiusi ed affollati, non usare antibiotici se non prescritti dal medico, disinfettare le superfici di contatto. Materiali e animali da compagnia non trasmettono il virus”.

Il presidente Delvecchio precisa: “Al fine di evitare un aumento dei contatti, i pazienti con sintomi da raffreddamento sono invitati a contattare il medico di famiglia o il medico di Continuità Assistenziale esclusivamente per telefono, si eviti di recarsi in ambulatorio se non strettamente necessario, la permanenza nelle sale di attesa aumenta il rischio di contagio, il medico suggerirà la terapia e il comportamento da assumere. Non recarsi direttamente in Pronto Soccorso, così si aumenta solo il rischio di contagio senza ottenere alcun beneficio personale. I cittadini che provengono dalle zone endemiche di Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna devono comunicare al medico di famiglia o al dipartimento di prevenzione la loro presenza e il loro domicilio anche a mezzo email all’indirizzo: direzione.sisp@aslbat.it.

Il medico attiverà una sorveglianza passiva rilevando la eventuale presenza di sintomi (tosse, febbre, mal di gola, difficoltà respiratorie). I cittadini che provengono dalle Città sedi di focolaio (in Lombardia, Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini. In Veneto Vo’.) hanno l’obbligo di comunicare la loro presenza e domicilio al servizio di igiene della ASL. Via 124° Strada a Denominarsi, 6 – 76125 TRANI (BT) – Tel. 0883.763429Fax 0883.763436 – email: info@omceobat.it – PEC: segreteria.bat@pec.omceo.it
I numeri di riferimento per la segnalazione dei casi sospetti nella ASL BAT sono quelli indicati nella circolare della Direzione generale ASLBAT del 22 febbraio 2020. I numeri nazionali restano il 1500 e il 112″.

La conclusione del presidente Delvecchio: “I cittadini che non hanno sintomi e che non provengono dalle città interessate dal contagio non devono essere sottoposti a misure restrittive. Se hanno sintomi devono restare in osservazione a domicilio per almeno 14 giorni dalla data di rientro. Per garantire la tutela della salute pubblica è necessario che il personale sanitario sia messo nelle condizioni di operare nelle condizioni di massima sicurezza.
Chiediamo che tutti gli operatori del 118, del Pronto Soccorso, dei reparti di Malattie Infettive, Continuità Assistenziale e Medicina Generale, Pediatri di libera scelta e operatori dello SCAP siano dotati di strumenti di prevenzione (DPI) assicurando gli stessi presidi anche al personale che dovesse venire in contatto occasionalmente con soggetti infetti o sospetti.
Nessuna misura di prevenzione né tantomeno di cura potrebbe essere messa in atto se non si proteggessero gli operatori della salute o se li si esponesse a rischi che pregiudicassero la loro presenza attiva. Chiediamo inoltre che gli ospedali del territorio allestiscano ambienti dedicati e attrezzati per il ricovero in osservazione dei casi di probabilità”.

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