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Culliamoci con la musica locale: intervista con il cantautore Gerardo Tango

24 Marzo, 2020 | scritto da Redazione
Culliamoci con la musica locale: intervista con il cantautore Gerardo Tango
Attualità
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di Antonio Leonetti

Erano le 19,00 circa quando il silenzio delle nostre case veniva invaso dalla musica leggiadra del nostro cantautore Gerardo Tango.

Attraverso facebook Gerardo per circa un’ora ci ha inebriati di tanta bellezza, creando una vera aggregazione virtuale. Tanti i fan e tante le richieste di riascoltare una sua performance.

Per questo motivo gli abbiamo chiesto di raccontarci in che modo è scoccata la scintilla con la musica, come sta passando questa quarantena, e quale canzone meglio interpreta l’essenza di Gerardo Tango come cantautore.

Buona lettura.

 

Quando è scoccata la scintilla con la musica? E quando hai cominciato a definirti un cantautore?

La scintilla con la musica è scoccata molto presto, avevo circa 14 anni ed era il periodo anni ‘80. Il fautore di questa mia passione è stato un mio amico con qualche anno in più; lui frequentava l’istituto d’arte della città di Corato dove un suo insegnante un giorno gli fece conoscere un po’ di buona musica: “i classici del rock”. Così il mio amico si affrettò a condividere con me questi nuovi suoni che giungevano da altre nazioni: ricordo che i miei occhi si illuminavano quando raccontava dei classici del rock; è così che si è aperto un universo sconosciuto nel quale sono entrato a capofitto.

In quel periodo si poteva acquistare musica facendo degli ordini postali ai famosi “Magazzini Nannucci”, considerato il negozio di musica più antico d’Italia sito a Bologna che purtroppo ha chiuso nel 2009. Qui ordinavamo vinili, poi cassette e libri musicali.

Ho consumato in musica i miei primi stipendi (con la vecchia moneta la “Lira”); ad oggi conto circa 300 vinili ed una libreria piena di libri musicali, oltre a chitarre e strumenti per esibirmi. Grazie al mio amico ho attinto quella che per me è la miglior cultura musicale, distaccandomi da ciò che in quegli anni si definiva “sbobba commerciale”.

 

 

Durante questa quarantena, hai mai pensato di scrivere una nuova canzone o un nuovo testo?

Si, ci penso spesso, ma sto vivendo anche una situazione poco facile. Sono più ispirato e preferisco scrivere canzoni in momenti di più serenità e calma: in questo periodo non riesco a concentrarmi perché preso dalla ridondanza di tante emozioni negative.

Però devo dire che mentre pensavo alla scaletta della mia unica esibizione del 20 marzo, attraverso l’evento “Concerti in Quarantena” (che vi consiglio di rivedere dal mio FB o Youtube), organizzati dalla mia etichetta discografica Isola Tobia label, mi è balzata alla mente la canzone “Se tu lo vuoi” che in questo periodo assume un significato molto più ampio, quasi inaspettatamente, con un significato profondo nel contesto attuale di quarantena.

 

 

Qual è il brano che meglio interpreta una parte di Gerardo?

Come dico durante i concerti: “Ogni scarrafone è bello a mamma sua”, un’espressione del mitico Pino Daniele per esprimere che le mie canzoni esprimono bellezza; devo ammettere però che ci sono dei brani ai quali ho un legame più forte: con “La Borsa di Piero (dedicata a Piero Ciampi)”, candidata al “Premio Tenco” nel 2016 e come “Miglior Canzone del 2016”; il brano “Canzone Insoddisfatta” sempre dal primo album “Una Donna” uscito nel 2016 con il quale ho vinto il “Gran Premio Manente” del 2016, specifico per videoclip musicali: colgo l’occasione per ringraziare Alfredo Melidoro, è che ha vinto anche il contest “Sottotoni” del 2017.

Del secondo album “il vento è forte qui… si vola meglio”, uscito nel 2018 per Isola Tobia Label, sono legato a “Grano”, la migliore per antonomasia per me è “Ora”.

 

Raccontaci dei tuoi progetti passati e di quelli futuri.

Per tanti anni sono stato parte di una band, spesso in duo, in cui collaborava Matteo Mazzarella, la Band si chiamava Mufla. Nel 2013, decidemmo di sciogliere la band, e pur essendo stato un anno particolare, ricordo di aver perso anche il lavoro da operaio che mi permetteva di avere un introito fisso, decisi di dedicarmi alla sola carriera da musicista.

Avevo tra le mani parecchi brani che si consolidarono nel disco “Una Donna” del 2016, registrato negli studi di “Digressione Contemplattiva” di Molfetta con la collaborazione di Giovanni Chiapparino per l’arrangiamento di 4 brani. Parte del disco prese forma negli studi di “Garage Sound” di Marcello Magro e di “Walk in Sound records” di Giuseppe Sammarone. Furono coinvolti vari strumenti tra i quali Angelo Cannati alla batteria, Antonio Di Nunno al sax e Stefano Anicas al basso, mentre la copertina è stata disegnata da Saba Mazzarella ed il booklet curato da Nadia Gelsomina.

Nel 2018 nasce “il vento è forte qui…si vola meglio”, registrato ai “Sorriso Studios” di Bari dal bravissimo Tommy Cavalieri, con la collaborazione di Stefano Montrone alla batteria e percussioni, Giulia Nanni al basso, Leo Episcopo al pianoforte e tastiere; ospiti della registrazione di alcuni brani: Michele Deluisi al Bouzouki e violino, Paola D’Aluisio al Flauto Traverso e Tromba e Cristina Dilecce alle tastiere. Copertina e booklet sono di Raffaele Fiorella, le foto di Marco Vitti.

Per quanto riguarda i progetti futuri sto curando l’arrangiamento del mio terzo album, come potete vedere dal video, ho scritto molti brani nuovi e sono veramente entusiasta. Non vedo l’ora di entrare in studio.

Quest’anno a gennaio è uscito il nuovo album dei Magic Sun, “Atomic Love”: sono la mia parte psichedelica e rock, grazie a loro viene fuori il mio carattere “english”, con brani in inglese. Il leader della Band è il grande Dado Penta, basso e autore, Teo Carriero alla batteria, io suono chitarra e canto.

Vi anticipo di un bellissimo progetto che sto portando avanti con Matteo Salvatore, il grande cantore delle Puglie, con l’attore Nicola Conversano ed il musicista attore Savino Lasorsa, ma di questo magari ne parliamo un’altra volta.

 

 

Come stai affrontando questo periodo e cosa porti a casa da questa quarantena?

Da artista, fondamentalmente non sto vivendo bene questo periodo, accentuato dal fatto che la primavera che è oramai alle porte, mi incita a voler essere fuori con le mie canzoni ad esibirmi per le città, e questa quarantena occlude il mio esprimere me stesso con le mie canzoni.

Mi manca la gente che canta con me, le piazze e le band che mi aiutano ad esprimere i miei sentimenti con la musica.

Se poi ci aggiungiamo anche il lato lavorativo, noi artisti e lavoratori dello spettacolo siamo stati penalizzati sin dal primo decreto che vietava giustamente le aggregazioni e quindi le nostre esibizioni. Proprio per questo vi invito ad aderire alla nostra petizione che trovate cliccando qui

Non voglio pensarci anche se ritengo che sia un’ingiustizia, ma voglio essere ottimista aspetterò tempi migliori stando in casa.

#noirestiamoacasa

 

Ecco il Video dell’ultimo concerto 

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