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Bari – Il clan ha condizionato le elezioni regionali del 2015. Arresti per mafia, in manette anche un politico.

13 Dicembre, 2016 | scritto da Redazione
Bari – Il clan ha condizionato le elezioni regionali del 2015. Arresti per mafia, in manette anche un politico.
Cronaca
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È stata condotta, nella notte, una vasta operazione antimafia dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari. Documentato, tra l’altro, il limitato condizionamento delle elezioni regionali del maggio del 2015. Tra le persone coinvolte vi è anche un politico, factotum di un candidato. Oltre 300 i militari impegnati. Decine gli arresti e le perquisizioni domiciliari alla ricerca di armi e droga. Unità cinofile, metal detector, sofisticate strumentazioni e persino un Elicottero sono stati utilizzati dai Carabinieri per chiudere definitivamente il cerchio sull’agguerrito clan ”Di Cosola”. Capi ed affiliati sono stati neutralizzati da una complessa indagine che, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha chiuso il cerchio attorno ad uno dei più storici e radicati gruppi criminali della città. Le accuse sono di “associazione di tipo mafioso”, “scambio elettorale politico-mafioso” e “coercizione elettorale in concorso”.

Le indagini, condotte attraverso sofisticate intercettazioni ambientali e telefoniche, hanno consentito di documentare come il clan” Di Cosola”, dopo aver vissuto un difficile periodo dovuto a varie collaborazioni con la Giustizia e diversi provvedimenti cautelari che ne hanno minato la potenza militare, si stesse riorganizzando, stipulando alcune “comparanze” con tutti gli altri clan della zona, aventi come minimo comune denominatore l’ostilità verso il clan Strisciuglio.

Grazie a questa strategia il clan Di Cosola stava continuando ad imperversare in alcuni quartieri cittadini ed in molti Comuni della Provincia, tanto da essere riuscito parzialmente a condizionare le elezioni regionali del maggio del 2015, sostenendo la campagna elettorale, nella sua area d’influenza, di un candidato iscritto nella lista Popolari.

Tra gli arrestati vi è infatti anche un politico, factotum del candidato, che, dopo aver partecipato a diverse riunioni con gli appartenenti al sodalizio, aveva concordato la corresponsione di 50 euro a voto.

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