breaking news

Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà: “Costanza, autista di Falcone”

23 Ottobre, 2017 | scritto da Redazione
Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà: “Costanza, autista di Falcone”
Attualità
0

Il liceo “De Sanctis” di Trani, diretto in modo dinamico dalla Preside Grazia Ruggiero, sabato 21 Ottobre, ha organizzato una intera giornata, prima a scuola e nel pomeriggio, nella sala del consiglio comunale, dedicata al tema:” schegge di memoria”, con la presenza di Giuseppe Costanza, autista del magistrato Giovanni Falcone, dal 1984 al 1992, e sopravvissuto alla tremenda strage di Capaci del 23 Maggio 1992.
Gli studenti del liceo e l’intera cittadinanza di Trani hanno così avuto l’opportunità di ascoltare un diretto testimone di un enorme fatto storico che ha condizionato la vita italiana.
La storia si avvale di documenti, di testimonianze dirette e indirette, di indizi, di probabili inferenze, e poi si tenta di costruire una narrazione chiara e, possibilmente, vicina al vero.
La testimonianza diretta, da sola, non basta a rendere perspicuo il quadro narrativo.
Giovanni Falcone, con un durissimo lavoro, con geniali intuizioni investigative, e con la preziosa collaborazione di Tommaso Buscetta, mafioso sconfitto dal feroce clan dei corleonesi riuscì ad organizzare un grande processo nel 1985, svelando la forte struttura unitaria e ramificatissima di “Cosa nostra”.
Falcone, collaborando anche con Giuliani, futuro sindaco di New York, e con l’FBI, aveva acquisito una padronanza complessiva sul traffico mondiale delle droghe e conosceva, come pochi al mondo, i movimenti e le alleanze delle mafie operanti nel mondo. Dopo il fallito attentato dell’Addaura, il magistrato siciliano, parlò di regia dalle “menti raffinatissime”, includendo quindi anche la potente mafia siciliana.
Falcone, da direttore generale degli affari penali, nel marzo 1992, e dopo l’omicidio di Scopelliti, magistrato della Cassazione, riuscì a portare a sentenza definitiva, la condanna di tutti i boss di “Cosa nostra”; poi successe quel che successe e iniziò la stagione delle stragi e l’attacco al patrimonio artistico italiano.
A differenza di Giuseppe Costanza, Giovanni Falcone non ha mai definito la mafia “pura manovalanza”, ma nel suo geniale lavoro investigativo ha trovato la “raffinata organizzazione” diretta da lucidissime menti ed in grado di dirigere enormi traffici economici mondiali.
La sua morte, molto probabilmente, fu decisa da più organizzazioni, cosi come la strage di via D’Amelio, che colpì Paolo Borsellino e la sua scorta, ma Giuseppe Costanza ha derubricato la mafia a pura manovalanza, non rendendo conto della sua potenza economica condizionante la vita associata di tante nazioni.
Naturalmente la sua testimonianza della strage di Capaci è stata di forte intensità emotiva, ma poi in serata ha avviato una fortissima polemica contro Maria Falcone, la sorella del magistrato ucciso, e la cosa non è stata né chiara né compresa.
Per concludere, l’iniziativa è stata lodevole, però la storia non si narra soltanto con le testimonianze orali dirette, perché insufficienti e con zone d’ombra.
Sicuramente Giovanni Falcone, con le sue profonde conoscenze del crimine mondiale, meritava ampiamente o la direzione della procura nazionale antimafia o la direzione del ministero degli Interni. Fu fermato, perché in quelle settimane, era stato proposto anche come ministro degli Interni, dal repubblicano Giorgio La Malfa e dal socialista Claudio Martelli.

Luigi Vavalà

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Send this to a friend