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Barletta – “Canova” il 19 marzo alla Multisala Paolillo

18 Marzo, 2019 | scritto da Redazione
Barletta –  “Canova” il 19 marzo alla Multisala Paolillo
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 Come Michelangelo, Bernini e Raffaello anche Canova è un’icona: viene considerato il massimo esponente del Neoclassicismo.

Il film in programma martedì 19 marzo alla Multisala Paolillo (ore 19.30 – 21.45) ripercorre l’evoluzione artistica che porta il Canova a Venezia, a Roma e a Parigi. Le sue opere sono esposte al Museo di Possagno, a Parigi, Londra, Vienna, New York e San Pietroburgo.

Il suo straordinario lavoro ha stupito e commosso per secoli.

Grazie al Museo Canova di Possagno, dove sono conservati alcuni dei suoi schizzi più privati, il pubblico viaggerà attraverso le pietre miliari che hanno creato la sua leggenda ed esplorato i paesaggi che un tempo hanno ispirato le sue famose sculture in marmo. Ricchi borghesi, papi, principi e addirittura Napoleone hanno ammirato le sue sculture e hanno fatto a gara per farsi ritrarre da lui nel marmo. Canova viene acclamato e paragonato ai massimi scultori della Grecia antica, come Fidia, lo scultore del Partenone di Atene. Perché Canova è tanto famoso?

Antonio Canova nasce nel 1757 a Possagno, una zona ricca di cave di pietra in provincia di Treviso. Rimane precocemente orfano di padre e quando la madre si risposa e si trasferisce in un paese vicino, viene affidato al nonno paterno, Pasino, abile scalpellino e capomastro, che gli insegna i primi rudimenti del mestiere. Il giovane dimostra una dote eccezionale per la scultura e nel 1768 viene mandato a Venezia dove frequenta studi di scultori oltre alla Pubblica Accademia di Nudo e dove realizza le sue prime opere che gli danno una certa notorietà nell’ambiente artistico locale.

Canova riesce a fondere con armonia sia il realismo che il classicismo, una prova di bravura che colpisce i suoi contemporanei e che ammiriamo ancora oggi nelle sue opere. Particolare il suo metodo di lavoro: disegna una prima idea su un foglio di carta poi realizza vari modelli in terracotta e cera, di grandezza crescente. Il modello finale in gesso ha le misure definitive e su di esso vengono fissati chiodi che servono come punti di riferimento per riportare le proporzioni esatte del modello sul blocco di marmo. Finita la scultura in marmo Canova ne strofina la superficie con la pietra pomice e la ricopre di cere o tinture colorate; in questo modo il marmo acquista le sfumature di ambra della pelle naturale e l’effetto antico delle statue classiche.

Dopo Venezia nel 1779 viene il momento per Canova di recarsi a Roma. Qui studia la scultura antica conosciuta anche attraverso i suoi viaggi a Pompei, Ercolano e Paestum: con l’influenza degli ideali neoclassici nascono capolavori come Teseo e il Minotauro, Eros giovinetto, Amore e Psiche, Ebe, Venere e Adone, Ercole e Lica, Le Tre Grazie che gli regalano fama internazionale.

Nel periodo napoleonico Canova viene scelto come ritrattista ufficiale dell’imperatore per il quale realizza varie opere fra cui il celeberrimo ritratto allegorico di Paolina Bonaparte, rappresentata come “Venere vincitrice”. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815 le potenze europee si riuniscono a Vienna. Papa Pio VII invia Canova a Parigi con il compito di recuperare le tante opere d’arte che Bonaparte aveva portato via dall’Italia durante l’occupazione e grazie alla sua mediazione rientrano a Roma sculture antiche come il Laocoonte e l’Apollo del Belvedere e alcune tele di Raffaello e Caravaggio. Canova muore a Venezia nel 1822. Il suo studio di Roma oggi è una Galleria d’Arte.

“Canova”, sesto appuntamento della stagione de “L’ARTE AL CINEMA”, è distribuito nei migliori cinema italiani da MAGNITUDO FILM con CHILI.

 

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