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9 maggio 1978: in ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato

9 Maggio, 2019 | scritto da Alessandra Zaccagni
9 maggio 1978: in ricordo di Aldo Moro e Peppino Impastato
Cultura
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Due vite diverse, a tratti forse opposte per colore politico e ideali, ma tragicamente unite, intrecciate nella morsa della morte per mano criminale: Aldo Moro e Peppino Impastato hanno perso la vita il 9 maggio 1978.

Il presidente della Democrazia Cristiana era stato rapito il 16 marzo dello stesso anno dalle Brigate Rosse, organizzazione di matrice terroristica che propagandava la lotta armata per il comunismo.

La mattina del 9 maggio 1978 il prof. Franco Tritto riceve una telefonata da parte, si scoprirà più tardi nelle indagini, di Valerio Morucci:

Adempiamo alle ultime volontà del presidente comunicando alla famiglia dove potrà trovare il corpo dell’onorevole Aldo Moro. 

[…]

lei deve comunicare alla famiglia che troveranno il cotpo dell’onorevole Aldo Moro in via Caetani.”

All’interno di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, a Roma (a metà strada tra piazza del Gesù, sede nazionale della Dc, e via delle Botteghe Oscure, quartier generale del Partito comunista), la polizia ritrovò il corpo senza vita di Aldo Moro.

Soltanto poche ore prima, nella notte tra l’8 ed il 9 maggio, un giovane giornalista radiofonico perdeva la vita a Cinisi, dilaniato da una carica di esplosivo posta sotto la propria automobile bloccata nei pressi di un passaggio a livello della ferrovia Trapani-Palermo. 

Il suo nome era Giuseppe, meglio conosciuto come Peppino, Impastato.

La sua emittente radiofonica, Radio Aut, era rinomata per la satira, chiamata “fantapolitica” dallo stesso Impastato, dura e pungente nei confronti di esponenti di Cosa nostra. In particolare, nel mirino del giovane ed intraprendente Impastato era Gaetano Badalamenti, boss ai vertici di Cosa nostra, che veniva scanzonato con il nome di Tano Seduto.

Sarà proprio Badalamenti a commissionare l’omicidio di Impastato.

Le vicende di Moro e Impastato rappresentano, rispettivamente, l’abbattimento del fatto politico e lo stroncamento del diritto alla libertà d’espressione.
In entrambi i casi l’omertà e l’isteria del potere hanno concesso all’asta della morte, per mano di organizzazioni abusiviste ed a-morali, due vite. Due esseri umani.

La criminalità organizzata, seppur di matrici siverse, il 9 maggio 1978 ha ucciso e continua ad uccidere una parte di ognuno di noi.

 

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