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Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà al termine degli scrutini

15 Giugno, 2019 | scritto da Redazione
Trani – Le riflessioni del prof. Vavalà al termine degli scrutini
Attualità
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Da tempo ormai, epistemologi, educatori, docenti, usano spesso la parola “olistico “; parola impegnativa perché richiama direttamente uno sguardo sinottico e d’insieme sulle cose e sulle persone.
Noi docenti siamo chiamati a valutare o a cercare di capire non solo lo studio delle pur fondamentali discipline, ma anche gli stili cognitivi, i conflitti interni, la formazione delicatissima degli adolescenti e tardo-adolescenti. La maieutica socratica non ha perso pregnanza e abbiamo il dovere etico di far emergere dal conflitto interno, il meglio dei ragazzi e delle ragazze.
Non voglio appoggiare la casistica gesuitica indulgente a largo spettro, voglio dire però che nella formazione dei docenti ci deve essere anche la psicoanalisi, le psicologie, e in rari casi può essere vantaggiosa anche la psichiatria fenomenologica husserliana.
Esempio: un ragazzo con forti difficoltà emotive, e timidezza nell’espressione, e con forte paura degli altri e con, conflitti interni evidenti, non puo’ essere accusato con comico linguaggio paramilitare di “assenze strategiche” e punito nel voto di condotta. La cosa potrebbe anche lasciare tracce mantenendo la rocciosita’ dell’introversione e della chiusura.
Gli studenti non devono vedere in noi degli uomini giudicanti, ma delle guide per la formazione umana olistica, appunto.
Socrate si asteneva dal giudizio, gli scettici lo hanno sospeso, papa Francesco afferma: “chi sono io per giudicare”, e molti docenti purtroppo nella pratica rendono sinonimi il giudizio e la valutazione.
Lo ritengo un errore grave gravido di conseguenze non felici.

Prof. Luigi Vavalà

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