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Il trucco dello scontrino “spopola” anche nel centro di Trani: la “moda” del preconto senza ricevuta fiscale

30 Dicembre, 2019 | scritto da Alessandro Liso
Il trucco dello scontrino “spopola” anche nel centro di Trani: la “moda” del preconto senza ricevuta fiscale
Attualità
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Dopo il nostro articolo del 16 dicembre scorso in cui abbiamo denunciato la curiosa vicenda accaduta a tre ragazze in un locale di Barletta, ci sono giunte numerose segnalazioni che ripropongono lo stesso identico “problema”.

Oltre a quelle pervenuteci dalla città della Disfida, ieri è toccato anche a Trani: a quanto pare, anche qui sta spopolando il cosiddetto “trucco dello scontrino”.
Questa “moda” (se così può essere chiamata), assai diffusa tra i ristoratori e i gestori di locali pubblici, consiste nel fornire al cliente, al posto dello scontrino, una nota col dettaglio (preconto) di ciò che ha consumato, adducendo motivazioni semi-veritiere circa la mancata emissione del documento fiscale.

E’ accaduto ancora in un locale del centro cittadino, forse uno dei più noti e rinomati, e questo ha reso la vicenda ancora più curiosa.
Stavolta alla richiesta della ricevuta fiscale da parte del cliente di turno, dopo aver ricevuto il preconto (foto a fine articolo), quale sarà stata la “scusa” del titolare del pub? “Lo scontrino lo emettiamo con importi superiori a 20 euro”.
Una risposta che ha lasciato basito il ragazzo che, avendo appena consumato un drink di soli 7 euro, non ha avuto quindi “diritto” a quel documento.
A quel punto ha chiesto ulteriori spiegazioni al gestore che, approfittando del locale pieno di gente in quel momento, lo ha rimbalzato con un secco: “Mi dia qualche minuto”.

“Poi è sparito e non l’ho più rivisto – si legge nella nota di denuncia pervenutaci in redazione.
“Ma hanno un manuale di scuse in dotazione con la licenza di esercizio? Non ho denunciato l’accaduto alle autorità solo per questione di tempo, ma sono pronto a ritornarci presto e a riprendere il discorso con il titolare, anche se è trascorso più di qualche minuto” – ha concluso stizzito.

Ovviamente omettiamo i nomi di gestori e di locali, non solo per privacy, ma soprattutto perché rispettiamo il lavoro che svolgono gli stessi e i sacrifici che ogni giorno sono chiamati a compiere per andare avanti. Speriamo invece che questi articoli di denuncia fungano da monito per cambiare rotta, rispettare la legge e gli onesti cittadini che pagano puntualmente le tasse.

A cura di Alessandro Liso.

 

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