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20 aprile 2018: due anni fa la visita di Papa Francesco a Molfetta

19 Aprile, 2020 | scritto da Nicola Liso
20 aprile 2018: due anni fa la visita di Papa Francesco a Molfetta
Religione
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Una bisaccia fatta da un artigiano di Molfetta, una sciarpa colorata ricamata a mano da una donna di Molfetta, il libro di don Tonino “La bisaccia del cercatore” ed una foto, scattata qualche anno prima in Argentina.

Ecco. E’ così, con questi doni, che il primo cittadino, Tommaso Minervini, il 20 aprile di due anni fa, in occasione del 25esimo anniversario del Dies Natalis di don Tonino Bello, accolse Papa Francesco. Il primo Pontefice venuto a Molfetta, in tutta la storia della Chiesa, grazie all’opera del Vescovo  monsignor Cornacchia, a sancire il significato della vita e della morte di don Tonino Bello, il Vescovo che profumava di popolo.

«Don Tonino ci ha ricordato – disse allora Minervini – che ognuno di noi, nel viaggio della vita deve portare semi buoni. Nella bisaccia di don Tonino c’era un ciottolo del fiume Giordano, un frustolo di pane azzimo, un pezzo di terra. Sono i segni del cammino valoriale di ogni cristiano. Per la città di Molfetta l’arrivo del Papa ha un significato preciso: il rimbalzo dei segni valoriali di Don Tonino».

La sciarpa colorata riprendeva i colori della bandiera della pace, tema caro a don Tonino e a Papa Bergoglio. E Il libro? E’ quello che «ogni viaggiatore dovrebbe leggere e possedere per affrontare al meglio il viaggio della vita».

Sulla foto, poi, nessun mistero. In quella immagine, ritratti, c’erano, tra gli altri, un giovane Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, Tommaso Minervini che, allora nel 2001 (proprio come nel 2018) era sindaco di Molfetta. Insieme con loro c’erano monsignor Giuseppe De Candia, all’epoca direttore regionale Migrantes, l’allora vescovo della Diocesi, monsignor Martella, monsignor Mimmo Amato e don Luca Murolo.
Tutti erano a Buenos Aires per ripetere l’incontro che don Tonino aveva fatto nel 1984 col Sindaco de Cosmo, con la comunità dei molfettesi di Argentina. Quella foto racconta di un percorso che il destino aveva cominciato a tracciare.

Oggi quella visita e il ricordo di quei giorni aprono il cuore alla speranza. A perenne ricordo di quella meravigliosa e storica visita la croce e l’ulivo piantato di fronte alla finestra di don tonino. Quale segnale unitario di direzione valoriale tra impegno civile e fede religiosa.

Il miglior modo di ricordare è vivere seguendo quel segnale di direzione che don Tonino e Papa Francesco ogni giorno ci ricordano. E domani, 20 aprile 2020, pur rimanendo in casa, lo possiamo ricordare ancor meglio nella nostra riflessione intima.

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