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Coronavirus e crisi artigianato, Marmo: “Datori di lavoro strozzati e dipendenti senza cassa integrazione”

16 Aprile, 2020 | scritto da Redazione
Coronavirus e crisi artigianato, Marmo: “Datori di lavoro strozzati e dipendenti senza cassa integrazione”
Lavoro
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“Datori di lavoro strozzati, fermi con le loro attività, a cui si chiedono onerosi pagamenti per consentire ai dipendenti di accedere alla cassa integrazione: quello che sta accadendo a causa di norme tutt’altro chiare può rappresentare l’ultima spinta per la scomparsa totale di un settore fondamentale e identitario per tutti i territori, come l’artigianato”.

Ad intervenire sulla questione della crisi che sta vivendo, in questo momento storico, il settore dell’artigianato, è stato il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo.
“Infatti, gran parte delle aziende del settore non erano iscritte negli Enti bilaterali e non hanno versato la quota associativa, relativa ai dipendenti, al fondo bilaterale FSBA degli artigiani. Condizione questa, imposta dal fondo come essenziale affinché si possa garantire ai dipendenti il beneficio della cig ed era un inconveniente che il presidente Emiliano aveva promesso di risolvere, ma non è stato fatto. Una questione che poteva valere in tempi normali: non hai pagato e quindi non ne usufruisci; ma in tempi così gravi e turbolenti si opera in deroga, così come quasi tutto è andato. In deroga.

Il fondo FSBA, con circolare definitiva del 30/3/2020, ha invece definitivamente sancito – prosegue Marmo – che se non si pagano almeno 36 quote mensili arretrate (circa 500 euro per ogni dipendente), non si può accedere alla cig (quest’ultima, peraltro, solo dal 1/4 al 25/4, senza coprire nemmeno 9 settimane come stabilito dagli atti governo). Come è ovvio che sia, sono pochissime le aziende che hanno aderito, visto che non tutti possono permettersi di pagare cifre del genere per oneri pregressi, sebbene rateizzabili in 12 rate al massimo. È necessario rimuovere l’obbligo di questo pagamento, anche per incentivare sul serio l’iscrizione delle imprese al fondo.
La Regione, per esempio, potrebbe mettere delle risorse sul piatto per sostituirsi agli artigiani e versare all’Ente Bilaterale quanto dovuto, o comunque a sospendere questo adempimento per allinearsi in tempi migliori. Nel frattempo gli artigiani avranno compreso l’utilità di queste partecipazioni: al momento utile servono eccome!

Dall’altro lato, bisogna emanare circolari univoche e chiare, sia da parte dell’Ente Bilaterale che da parte del Governo Nazionale affinché l’INPS consenta l’accesso ai propri servizi, per consentire ai dipendenti, ma anche agli artigiani in proprio di beneficiare degli ammortizzatori sociali. Diversamente, non si può mettere il cappio alla gola ad un piccolo imprenditore: se non paghi, non sosteniamo i tuoi dipendenti (e le loro famiglie!). Ci siamo più volte interfacciati con l’assessore Mino Borraccino che ha assicurato il proprio intervento, ma serve anche l’attenzione dell’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo.
Emiliano sia più attento ad ascoltare i nostri artigiani e intervenga responsabilmente sulla conferenza Stato Regioni per sciogliere al più presto questi nodi e aiutare realmente un settore così importante: non basta annunciare aiuti e sostegni, bisogna realizzarli a 360 gradi!”.

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