Caro onorevole D’Ambrosio,
ci scusi il ritardo, ma mentre lei ha il piacere di visitare i luoghi di lavoro per farti propaganda, noi li frequentiamo per lavorare. Nessuno di noi vive di politica e non abbiamo al nostro servizio collaboratori retribuiti con risorse pubbliche, né otteniamo rimborsi per le nostre attività politiche sul territorio.
Siamo un gruppo di iscritti, militanti e dirigenti locali del Partito Democratico di Andria, qualcuno di noi ha svolto o svolge incarichi istituzionali ed ha fatto o fa l’amministratore locale con dignità, abnegazione ed onestà, senza mai essere neanche sfiorato da un’indagine giudiziaria. L’unico privilegio che abbiamo, e che intendiamo difendere, è quello di poter sbandierare la nostra integrità morale e la dignità del partito in cui ci vantiamo di militare.
Non siamo soliti esibirci in spettacoli di cabaret, né tanto meno portare in Commissariato post di Facebook, men che meno palesi fake news, se non dichiarate tale come quella postata dall’amico Elia Marro, cui porgiamo tutta la nostra solidarietà: ha l’unica colpa di aver dimostrato quanto sia semplice falsificare uno screenshot.
Siamo stanchi di subire gratuite invettive.
Non è la prima volta che lei, D’Ambrosio, denuncia sui social media i presunti episodi di compravendita di voti. Anzi lo fa puntualmente ad ogni campagna elettorale, almeno dal 2009. Abbiamo notato però che, da quando è diventato parlamentare, ha abbandonato i “si dice”, i “sembra”, i “pare” ed i condizionali ed hai iniziato ad usare espressioni affermative. Sarà che si sente forte dell’immunità parlamentare, che solo per questa fattispecie di reato è sinonimo di impunità?
Ci faccia sapere se la sua denuncia relativa ad un’altra conversazione whatsapp del 2015 (di nuovo 30 Euro, come i 30 denari) è ancora in piedi o se il fascicolo è stato archiviato? http://www.lonesto.it/?p=14916
Possiamo sapere se ha depositato esposti/denunce contro ignoti o se conosce già gli autori dei presunti reati?
Non siamo verginelle che scoprono solo ora che esiste il voto di scambio. Alle scorse amministrative abbiamo visto anche noi le orde di sedicenti rappresentanti di lista ai seggi, in realtà presenti lì per conto di singoli candidati, è possibile che coinvolgessero un po’ tutti gli schieramenti, perfino candidati pentastellati.
Ma veda, D’Ambrosio, questa volta è inverosimile che ci siano tali episodi. Lì c’erano le preferenze, mentre questa legge elettorale ha forse un solo pregio: impedire il voto di scambio, sia con il bollino anti-contraffazione delle schede sia per la mancanza delle preferenze.
Il PD ha compiuto la scelta impopolare di non prevedere le preferenze, proprio perché è conscio che il sistema delle preferenze è suscettibile del voto di scambio, sia perché la competizione interna può indurre in tentazione, sia perché le espressioni di voto sono così varie (ancora di più con preferenze multiple) che è molto semplice rintracciare ed attribuire i pacchetti di voti, basta, appunto, presidiare i seggi al momento dello spoglio.
Ora noi “non siamo delle merde e non facciamo schifo” (come afferma su facebook). Se questa notizia di reato è veritiera siamo i primi a voler fare pulizia anche, anzi soprattutto, tra i nostri, ma se così non fosse vogliamo che si assuma le responsabilità penali per quello che afferma.
Per questo anche noi depositeremo un esposto/denuncia. E’ l’unico modo che abbiamo per conoscere se lo screenshot di questa volta sia relativo ad una conversazione reale o se invece, come noi pensiamo, sia frutto di un buontempone che ha fatto uno scherzo o se, addirittura, sia frutto di uno di quei produttori di notizie false che ammorbano il web e le catene whattsapp ed inquinano le intenzioni di voto.
In conclusione, caro D’Ambrosio, noi che la ricordiamo come il bravo ragazzo anti-casta che era, vogliamo sapere fin d’ora, e pensiamo lo vogliano sapere anche gli elettori prima del voto, se conferma di essere tale.
Se salta fuori che D’Ambrosio è penalmente perseguibile per diffamazione a mezzo facebook, è disposto a rinunciare all’immunità parlamentare ed a farsi processare?
Gli iscritti e i dirigenti del partito democratico locale e provinciale della città di Andria.
Send this to a friend