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giovedì, 28 Marzo 2024
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Barletta – Scuola in via Tatò, revoca del dirigente Lamacchia e tensioni a Palazzo di città

"Tale determinazione - si legge in una nota diffusa da palazzo città - è stata adottata attese e constatate una serie di inadempienze da parte del medesimo dirigente comunale."

Potrebbe anche rifarsi al caso Lidl, la decisione che ha spinto il Sindaco di Barletta Cosimo Cannito e l’Amministrazione comunale a revocare temporaneamente (così come si legge nel decreto di revoca) da tutte le funzioni dirigenziali dell’Area Sesta (Ambiente – Manutenzioni – Lavori pubblici) l’architetto Donato Lamacchia, intervenuto, poco meno di una settimana fa, in una videoconferenza pubblica proprio in merito al tema LIDL di fianco al castello.

“Tale determinazione – si legge in una nota diffusa da palazzo città – è stata adottata attese e constatate una serie di inadempienze da parte del medesimo dirigente comunale, ultima delle quali la perdita di un importante finanziamento (circa un milione e mezzo di euro di fondi MIUR – Ministero dell’Istruzione – ) utile alla realizzazione di una scuola in via Tatò.

Non potendo la politica rimanere indifferente e inerme davanti a tali pesanti mancanze, si è ritenuto in tal modo tutelare la città e l’operato dell’Amminisrtrazione comunale.”

Ricordiamo che l’area di via Tatò è stata oggetto di discussione, ad inizio anno, tra la società “Nuova Aurora s.r.l.” e il Comune di Barletta in quanto la società in questione dopo aver ottenuto, a dicembre 2020,  dal Comune stesso l’adozione di quell’area verde affinché, mediante investimenti in realtà in parte già esborsati da parte della medesima società, fosse resa fruibile ai residenti della zona.

L’adozione di tale spazio fu poi revocata alla Nuova Aurora qualche settimana dopo dalla concessione da parte dello stesso ente comunale non rendendosi conto che in quell’area era già prevista la realizzazione di una scuola dell’infanzia, la revoca suscitò inevitabilmente l’ira dei residenti e dei soci della società adottante evidenziando che così, come pare sia successo per il caso Lidl (in merito al quale è previsto per oggi il parere dell’avvocatura comunale) anche in questo caso la classe politica non fosse a conoscenza dell’operato dei dirigenti.

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