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venerdì, 26 Aprile 2024
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Trani – Abbattuti altri ulivi in via Barletta, Legambiente: “Serve regolamento del verde pubblico”

"Legambiente Trani, purtroppo, non è stata allertata in tempo per individuare soluzioni alternative all'abbattimento degli ulivi, né per poter chiedere spiegazioni agli operatori in campo"

“Ci risiamo!! A un anno esatto dall’abbattimento di decine di ulivi in via Barletta, ieri, domenica 16 gennaio 2022, sulla stessa via, sono stati abbattuti altri ulivi e appiccato un rogo di rami e sterpaglie”. La nota è a firma del Circolo Legambiente di Trani.

“Legambiente Trani, purtroppo, non è stata allertata in tempo – continua la nota – per individuare soluzioni alternative all’abbattimento degli ulivi, né per poter chiedere spiegazioni agli operatori in campo, ma ha potuto prendere atto della situazione solo quando questa era irreversibilmente compromessa. La scoperta è avvenuta grazie al monitoraggio continuo della zona da parte dei suoi volontari.

I tanto citati, ma poco applicati, obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite nella lotta ai cambiamenti climatici, target 2030, prevedono la tutela del patrimonio verde esistente per una vita più salutare e duratura sul pianeta; a dover essere tutelato, prima di ogni interesse privato, dovrebbe essere quindi l’interesse diffuso di protezione dell’ambiente.

La città di Trani, attraverso la partecipazione del Circolo e di tanti volontari, risulta essere tra l’altro protagonista di “Life Terra”, un progetto europeo che si pone l’ambizioso obiettivo di piantare 500 milioni di alberi nei prossimi 5 anni (di cui 9 milioni in Italia).
Ma quanto può servire piantare nuovi alberi se poi non tuteliamo il poco verde rimasto in città?

Ed è per questo che il Circolo Legambiente Trani, insieme alle altre associazioni presenti nella consulta ambientale, insiste per la redazione di un serio regolamento del verde pubblico e privato per la città, che imporrebbe il recupero o il reimpianto degli alberi e non permetterebbe invece il loro abbattimento o la loro sostituzione con un anacronistico ma ancora agognato cemento” – conclude Legambiente.

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