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venerdì, 19 Aprile 2024
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BAT – Estorsioni e droga, 15 arresti. Uno è di Andria con attività a Trani

Rapporti tra Scu leccese e le province della Puglia

I carabinieri hanno eseguito nel Salento un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Lecce nei confronti di 15 persone (di cui 12 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) accusate a vario titolo di associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsioni, con l’aggravante del metodo mafioso e porto e detenzione di armi ed esplosivi.
Tra gli arrestati c’è anche
Salvatore Beneloucif, 57 anni di Andria e titolare di diverse attività a Trani ed Andria accusato di estorsione. Entro sabato sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.

L’indagine è stata condotta dall’agosto 2019 dai carabinieri della sezione operativa del N.O.R. della Compagnia di Maglie, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.
Nell’operazione sono stati impegnati oltre 120 Carabinieri in forza ai reparti dipendenti dal Comando Provinciale di Lecce, con il concorso dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia” e le unità antidroga e anti-esplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, supportate dall’alto da un velivolo del 6° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari. 
Gli arrestati
Giuseppe Bevilacqua, 37enne di Martano (ritenuto a capo del sodalizio);
Rocco Bevilacqua, 35enne di Martano;
Antonio De Paulis, 49enne di Martano;
Salvatore Mancarella, 40enne di Martano;
Alessandra Rescio, 46enne di Martano;
Rodolfo Saracino, 56enne di Martano;
Rosanna Stampete, 49enne di Cursi; Biagio Stella, 48enne di Martano;

Maria Assunta Stella, 55enne di Martano, moglie del boss della Sacra Corona Unita, Totò Rizzo; Damiano Stomeo, 32enne di Martano; Francesco Zimari, 60ene di Martano.
Ai domiciliari con braccialetto elettronico
Marco Carlomagno, 44enne di Carpignano Salentino;
Giuseppe Donato Donno, 33enne di Zollino;
Marco Salzano, 28enne di Zollino.

Le indagini sono partite nel 2019 dopo il tentato omicidio di un pregiudicato per contrasti nell’attività di noleggio dei lettini sulle spiagge e per la gestione dello spaccio di droga. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la compagine criminale avrebbe operato nell’area centro-orientale della provincia salentina, diretta da una persona condannata per associazione mafiosa e storicamente legata a un esponente di spicco della Sacra corona unita.

Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di una struttura organizzata e verticistica, con distinzione di ruoli, mansioni e gradi; i rapporti tra alcuni degli arrestati con esponenti di clan riconducibili alla Scu leccese e di altre province della Puglia, con i quali sarebbero stati stretti accordi; l’esistenza di basi logistiche e di una cassa comune; l’adozione di ritorsioni nei confronti degli affiliati qualora avessero violato le regole ed il ricorso alla violenza fisica per la risoluzione delle controversie anche nei confronti di comuni cittadini.

Inoltre l’associazione criminale utilizzava utente intestate a soggetti terzi estranei; e aggrediva commercianti danneggiando i loro negozi per convincerli a cedere alle richieste estorsive.

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