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lunedì, 14 Ottobre 2024
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Barletta – Presto l’apertura dell’orto botanico, Cannito: “Nessun barlettano ci ha mai messo piede”

Cannito: "Nato per essere luogo di conservazione della biodiversità delle specie vegetali appartenenti al nostro territorio quasi in via di estinzione e come punto di ritrovo sociale-ricreativo e culturale"

“Questa Amministrazione sta procedendo alla apertura dell’orto botanico, un luogo dove praticamente nessun cittadino barlettano ci ha mai messo piede e non ha mai potuto godere di un importante spazio di verde pubblico, nato per essere luogo di conservazione della biodiversità delle specie vegetali appartenenti al nostro territorio quasi in via di estinzione e come punto di ritrovo sociale-ricreativo e culturale” – a spiegare la situazione è il primo cittadino barlettano, Cosimo Cannito.

“La mala storia dell’orto botanico parte dal novembre 2012 quando fu consegnato al Comune e da allora l’orto botanico fu abbandonato al suo destino.

Purtroppo, in data 26 febbraio 2016, il Tribunale di Trani disponeva il sequestro preventivo dell’area adibita ad orto botanico e detto sequestro veniva revocato il 7 Settembre 2016 a condizione che si provvedesse alla caratterizzazione delle aree ed alla eventuale bonifica.

Con la mia precedente Amministrazione si iniziava l’iter della fase relativa al piano di caratterizzazione che, dopo le solite e micidiali lungaggini burocratiche, veniva approvata dalla Regione Puglia e dall’Arpa.

La buona notizia è che, finalmente, questa mattina dopo tante insistenze, solleciti ed “altro…” è stato aperto il cantiere della caratterizzazione che, secondo un cronoprogramma già stabilito, porterà alla analisi del terreno e delle acque con invio dei campioni nei laboratori specializzati di Brindisi (per l’amianto),  di Taranto (per i metalli pesanti e diossine) e di Foggia per le acque.

Di seguito si procederà alla bonifica al termine della quale si potranno finalmente aprire alla fruizione pubblica i cancelli di questo bellissimo luogo dopo 12 interminabili anni di oblio” – conclude Cannito.

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