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venerdì, 18 Aprile 2025
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Barletta – Liceo Classico sotto shock: nei bagni scritte sessiste, svastiche e un “Viva Turetta”

Oltre alla scritta pro-Turetta, nei bagni sono apparse svastiche, simboli fallici disegnati in modo esplicito, frasi sessualmente degradanti rivolte a presunte studentesse della scuola e parole cariche d’odio

Nel cuore di Barletta, in uno degli istituti scolastici più prestigiosi della città, il Liceo Classico “A. Casardi”, è esploso un caso che ha lasciato sgomenti studenti, docenti e famiglie.

Nei bagni dell’istituto, frequentato da centinaia di giovani tra i 14 e i 19 anni, sono comparse numerose scritte volgari, sessiste e apertamente offensive. Tra disegni osceni, simboli nazisti e frasi cariche di odio, una in particolare ha scatenato l’indignazione pubblica: “Viva Turetta”.

Quella frase non è passata inosservata, soprattutto in un’Italia ancora scossa dalla tragica vicenda che ha coinvolto Filippo Turetta, il giovane imputato per il femminicidio di Giulia Cecchettin, un caso che ha scosso l’intero Paese nel 2023.

Scrivere il suo nome in termini celebrativi, accostato a espressioni di supporto, non è solo un gesto di cattivo gusto: è un’offesa alla memoria della vittima, un insulto alla lotta contro la violenza di genere e un segnale inquietante sullo stato culturale e sociale di una parte della gioventù.

L’episodio ha subito innescato una risposta indignata da parte della dirigenza scolastica. La preside del Liceo, prof.ssa Serafina Ardito, ha condannato fermamente l’accaduto: “Deturpare le porte dei bagni con questi contenuti è un atto vile che offende la dignità della nostra comunità. L’autore di questo gesto potrebbe essere una anche persona esterna alla scuola perché le scritte sono comparse dopo l’apertura al pubblico per la notte dei licei. Ho intenzione di promuovere incontri di sensibilizzazione contro violenza di genere“.

Gli studenti stessi, in gran parte, si sono detti disgustati. In una lettera firmata dal rappresentante d’istituto, Francesco Strignano, e diffusa online, si legge: “Siamo giovani, sì, ma non stupidi. Chi inneggia a certi mostri non ci rappresenta. Chiediamo più educazione al rispetto, più dialogo, ma anche più controlli.”

Oltre alla scritta pro-Turetta, nei bagni sono apparse svastiche, simboli fallici disegnati in modo esplicito, frasi sessualmente degradanti rivolte a presunte studentesse della scuola e parole cariche d’odio. Un mix di inciviltà adolescenziale, ignoranza storica e preoccupante ideologia.

Questa mattina, martedì 8 aprile 2025, intanto, il corpo studentesco ha deciso di organizzare un sit-in davanti all’istituto per condannare quanto successo e urlare il no alla violenza di genere: “Non è solo una bravata, è la spia di una cultura maschilista che continua a covare tra i banchi di scuola. Serve una risposta collettiva“.

I genitori, intanto, chiedono più controlli, più educazione civica e la presenza, costante, di psicologi scolastici. “Non è solo vandalismo – dice una madre – è l’emersione di un disagio che rischia di trasformarsi in violenza“.

Il Liceo Classico di Barletta è chiamato a reagire. Ma non basta una pulizia dei muri. Serve una pulizia culturale, un’azione profonda che coinvolga tutti: scuola, famiglie, istituzioni, studenti. Perché una scritta può essere cancellata, ma il pensiero che l’ha generata va affrontato, discusso e sconfitto.

Anche il Coordinamento “Belle Ciao” Cgil Bat condanna con fermezza le scritte sessiste comparse nel bagno femminile del Liceo Classico “Casardi” di Barletta, recentemente adibito a toilette maschile.

“Non si tratta di semplice vandalismo, ma di un grave episodio di odio di genere, in un momento in cui la nostra società è già profondamente segnata da continui femminicidi.

Esprimiamo piena solidarietà a studentesse e studenti che hanno denunciato l’accaduto e hanno manifestato stamattina davanti all’ingresso dell’istituto.

La scuola ha il dovere di nominare la violenza, non minimizzarla, e di educare al rispetto e alla parità. Chiediamo un’azione chiara e decisa da parte delle istituzioni scolastiche e locali.

Sui muri deve restare solo il rispetto. Non possiamo permetterci zone grigie, ambiguità o silenzi.

Se toccano una, toccano tutte.

Sui muri scriviamo rispetto, non violenza” – concludono dal Coordinamento Belle Ciao della Cgil Bat.

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