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martedì, 13 Maggio 2025
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Bari – Neonato trovato morto nella culla, l’autopsia conferma: “Era vivo al momento dell’abbandono”

Le indagini, avviate il 2 gennaio 2025, hanno portato alla luce dettagli inquietanti che delineano una vicenda complessa e dolorosa. Ecco come è morto il "piccolo Angelo"

Il tragico caso del neonato trovato morto nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Le indagini, avviate il 2 gennaio 2025, hanno portato alla luce dettagli inquietanti che delineano una vicenda complessa e dolorosa.

Il corpo del piccolo, di circa un mese di vita, è stato scoperto casualmente da Roberto Savarese, titolare di un’agenzia funebre, mentre mostrava la culla termica a un collaboratore. Il neonato era avvolto in una tutina a fantasia militare e presentava segni evidenti di ipotermia, con la stanza in cui si trovava priva di riscaldamento.

L’autopsia ha confermato che il neonato è morto per ipotermia, suggerendo che fosse vivo al momento dell’abbandono. Le indagini hanno evidenziato gravi malfunzionamenti nel sistema della culla termica: il sensore di peso non ha attivato l’allarme previsto, e il climatizzatore, anziché riscaldare, emetteva aria fredda a causa di una perdita di gas.

La Procura di Bari ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo il parroco della chiesa, don Antonio Ruccia, e il tecnico Vincenzo Nanocchio, responsabile della manutenzione della culla. Parallelamente, proseguono le indagini per abbandono di minore a carico di ignoti, con l’obiettivo di identificare chi abbia lasciato il neonato nella culla.

Le autorità attendono i risultati di una consulenza genetica affidata al professor Carlo Previderè dell’Università di Pavia, incaricato di analizzare materiale biologico trovato nella culla. Se confermato che si tratta di urina del neonato, ciò rafforzerebbe l’ipotesi che fosse vivo al momento dell’abbandono.

Questo caso solleva interrogativi sulla sicurezza e l’efficacia delle culle termiche, strumenti pensati per proteggere i neonati in situazioni di emergenza.

La tragica morte del “piccolo Angelo”, così soprannominato dal sindaco di Bari, Vito Leccese, evidenzia la necessità di garantire il corretto funzionamento di tali dispositivi e di sensibilizzare la comunità sull’importanza di un utilizzo responsabile e consapevole.

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