Un episodio che ha fatto discutere e che solleva interrogativi più ampi sulle condizioni del personale sanitario.
Un medico è stato trovato addormentato durante il turno giornaliero al pronto soccorso dell’ospedale “Tatarella” di Cerignola, mentre, a poca distanza da lui, un paziente attende steso in barella. Le immagini, immortalate e circolate rapidamente sui social, hanno scatenato indignazione, ma anche solidarietà.
Se da una parte alcuni cittadini hanno parlato di “comportamento inaccettabile”, dall’altra i colleghi difendono il professionista: “Non è una questione di negligenza, ma di salute. Non sta bene e avrebbe bisogno di riposo e cure”.
La vicenda si è consumata nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2025.
Secondo quanto riportato nella lettera degli operatori sanitari dell’ospedale cerignolano il dottore protagonista “appariva sonnolento e maldisposto a gestire le urgenza in attesa, causando così un rallentamento nell’accesso dei codici arancioni”.
Più volte sollecitato dai colleghi, il medico suggeriva di “far gestire i pazienti alla collega o di far visitare i pazienti alle infermiere, cosa che si ripeteva nelle stesse modalità anche alla presenza dei pazienti e dei parenti che chiedevano lecite spiegazioni“.
“A più riprese – continua il testo – il dottore (che è tuttora in servizio, ndr) si presentava ai pazienti in evidente stato di stanchezza, ma ancor più grave in condizioni impresentabili, addormentandosi alla loro presenza e rifiutandosi di valutare in tempi adeguati i pazienti in attesa adducendo scuse di vario genere. Numerosi pazienti hanno registrato un ingiustificato ritardo nella valutazione medica”.
Poi, al pronto soccorso – come emerge ancora dalla lettera dei sanitari – è giunto un paziente in codice arancione, valutato dal medico in questione come un caso di ipertensione con associata epistassi. Apportate le cure del caso, il paziente tuttavia continuava a sanguinare. Alla sua richiesta di un ulteriore intervento per tamponare l’emergenza, il dottore ha proceduto comunque con la dimissione.
Il tutto mentre “alternava fasi di sonno evidenti alla presenza non solo del paziente ma anche dei famigliari che nel frattempo, preoccupati, erano sopraggiunti”. I parenti hanno cominciato così a riprendere in video il medico dormiente alla scrivania e la tensione è salita notevolmente, tanto che il paziente ha poi aggredito verbalmente il dottore, e solo grazie all’intervento delle guardie giurate e del personale infermieristico si è evitata l’aggressione fisica concreta.
Le immagini sono state girate intorno alle ore 13.40, molte ore dopo quindi l’orario notturno.
Nel corso del turno di servizio sono giunti ben 4 codici arancioni e un codice azzurro. Esortato da una collega a valutare i pazienti, ha per tutta risposta esclamato: “Vedili tu o falli vedere dagli infermieri”, assentandosi dalla sala rossa fisicamente per oltre un’ora e mezza.
Il personale nella lettera chiede dunque un intervento per prendere gli opportuni provvedimenti, “al fine di tutelare medici e infermieri in servizio e salvaguardare le condizioni di lavoro e psicologiche degli stessi”.
“Questo non è altro che l’ultimo caso in ordine cronologico di una condizione di disagio grave per il personale medico e infermieristico che si protrae ormai da mesi, nonché di rischio reale e concreto per la salute dei pazienti esponendo tutti a rischio di aggressioni”.
Il pronto soccorso di Cerignola, come molti altri in Puglia, soffre da anni di un progressivo impoverimento di risorse.
Il personale è ridotto all’osso, i medici scarseggiano, e i picchi di accessi – anche per codici non urgenti – aumentano. In media, ogni turno notturno viene gestito da appena due medici, chiamati a fronteggiare situazioni complesse, pazienti agitati, incidenti e casi gravi, senza interruzione.
Il caso di Cerignola, per quanto specifico, è dunque lo specchio di un malessere più profondo che attraversa il sistema sanitario nazionale.
Mentre sui social continua a montare il dibattito tra chi punta il dito e chi tende la mano, l’episodio del medico che dorme in pronto soccorso riporta al centro la condizione umana – troppo spesso trascurata – di chi lavora per salvare vite. Forse è il momento di chiedersi non solo come è potuto accadere, ma soprattutto perché.
Ecco il video: https://www.instagram.com/p/DJY6gWpCRlm/.