“Stiamo procedendo con la sospensione in via cautelare del dirigente medico per il quale stamattina (26 giugno 2025, ndr), la Procura di Trani ha disposto i domiciliari”: Tiziana Dimatteo, Commissario straordinario della Asl Bt commenta così la notizia diffusa stamane dalla Polizia di Stato.
“Siamo naturalmente a disposizione degli inquirenti – continua – e attendiamo l’esito delle indagini”.
Si tratta di un anestesista in servizio presso il nosocomio “Vittorio Emanuele II” di Bisceglie, il Dirigente Medico che questa notte, mentre era in servizio, è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato con l’accusa, gravissima, di truffa aggravata ai danni dello Stato e di reiterate false attestazioni in ambito lavorativo.
Il provvedimento restrittivo, scaturito da un’articolata attività investigativa, è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica. All’esito delle indagini, il medico è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Secondo quanto emerso dalle accurate operazioni di pedinamento e osservazione – condotte con meticolosa discrezione dagli agenti del Commissariato di Trani – l’anestesista si sarebbe reso protagonista di un comportamento sistematico e dolosamente reiterato: dopo aver regolarmente timbrato il cartellino a inizio turno, si allontanava repentinamente dal presidio ospedaliero, abbandonando il luogo di lavoro con disinvoltura a bordo della propria automobile o motocicletta.
Un’assenza chirurgicamente calcolata, interrotta solo sul finire dell’orario di servizio per rientrare in reparto ed effettuare una seconda timbratura, oppure, nei casi eccezionali, qualora fosse stato contattato in maniera urgente per un intervento chirurgico. Una sorta di presenza ‘fantasma’, finalizzata a simulare una regolarità lavorativa del tutto fittizia.
Le indagini, avviate a partire dal novembre 2024, hanno permesso di cristallizzare un quadro accusatorio ritenuto sufficientemente solido dalla magistratura inquirente, la quale contesta al sanitario non solo il danno economico inflitto all’amministrazione pubblica, ma anche la compromissione del regolare funzionamento di un servizio essenziale quale l’assistenza anestesiologica in sala operatoria.
Un comportamento che – se confermato in sede processuale – rappresenterebbe non soltanto una grave lesione dell’etica professionale, ma anche un tradimento dell’investitura pubblica e della fiducia riposta nei professionisti della sanità, soprattutto in un momento storico in cui il sistema sanitario nazionale combatte quotidianamente contro carenze di personale, turni massacranti e risorse insufficienti.
Il dirigente medico, noto nell’ambiente ospedaliero per la sua lunga esperienza, dovrà ora rispondere alle accuse mossegli dalla giustizia. L’Azienda Sanitaria Locale ha fatto sapere di aver avviato un procedimento disciplinare interno, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria.
Una vicenda che getta un’ombra sull’intera comunità ospedaliera, la quale, nella sua grande maggioranza, continua ad operare con abnegazione e spirito di servizio.
Ma che allo stesso tempo solleva interrogativi impellenti sull’efficacia dei controlli interni e sulla necessità di un rinnovato rigore nella gestione delle risorse umane nel settore pubblico.