E’ accaduto verso le 15:30 circa di oggi, lunedì 29 settembre 2025, quando durante i lavori di demolizione dell’ex Teatro Astra, in corso Cavour ad Andria, alcuni operai, secondo indiscrezioni, avrebbero involontariamente tranciato dei cavi dell’elettricità, provocando un blackout che ha investito l’intera via per diverse ore.
Commercianti, bar, titolari di negozi: tutti si sono trovati in balìa dell’oscurità, con conseguenze immediate per la vita economica e sociale della zona.
Stando alle prime ricostruzioni, il cedimento dei cavi elettrici si sarebbe verificato mentre la ruspa continuava a operare sul fronte storico del teatro, nel cuore del Corso. Un urto imprevisto avrebbe compromesso un’infrastruttura sotterranea fondamentale: i cavi che alimentano l’area commerciale circostante.
In un istante, luci, impianti di condizionamento, sistemi di pagamento elettronici e registratori di cassa sono piombati nel silenzio della disconnessione.
I tecnici Enel sono intervenuti prontamente con squadre specializzate: i lavori di ripristino sono ancora in corso. La rete danneggiata necessita di ricognizione, delicati interventi sotto il basolato e la messa in sicurezza dell’area.
Nulla di tutto ciò può essere fatto in fretta, specie considerando il contesto urbano denso e la presenza continua di passanti e operatori commerciali.
Sul tratto centrale del Corso, bar, edicole, saloni di bellezza e botteghe hanno visto crollare istantaneamente il loro flusso vitale: senza energia elettrica, non è possibile scongelare alimenti, mantenere illuminazione, attivare cassieri o POS.
Molti esercizi sono stati costretti a limitare le vendite al minimo, mirando a garantire solo beni “a portata di mano”, bottiglie d’acqua, snack, che non richiedessero elettricità.
Una barista, col volto segnato dallo sconforto, ha confidato: “Stamattina ero piena di ordini, ma ora non posso servire neanche un caffè. Siamo ostaggio del buio e dell’incertezza”.
Un commerciante di abbigliamento ha aggiunto: “Temo che oggi perderemo gran parte del fatturato. Il passaggio è continuo, ma senza vetrine illuminate e senza la possibilità di gestire pagamenti elettronici, l’attività è praticamente ferma“.
L’Astra, già da tempo al centro di polemiche per la sua demolizione e la sua trasformazione in palazzina residenziale, funge da inquietante sfondo simbolico di questa emergenza energetica. Già in passato si era polemizzato sulla perdita del patrimonio culturale e sull’assenza di una visione urbanistica lungimirante per Andria.
Oggi, mentre l’edificio storico viene smantellato, la città viene privata della sua energia, non soltanto in senso letterale, ma forse anche metaforico.
Il danno economico è ancora in corso di quantificazione: si stimano perdite rilevanti, specie per chi già oggi lavora su margini stretti. Anche se l’elettricità verrà ripristinata nelle ore a venire, come sembra probabile, lo shock subìto lascerà un segno.













