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Andria – Educazione sessuale a scuola: paure e opportunità

21 Aprile, 2015 | scritto da Chiara Rutigliano
Andria – Educazione sessuale a scuola: paure e opportunità
Scuola
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Tema delicatissimo e di strettissima attualità quello che ha chiuso la due giorni del ‘settembre pedagogico’ quest’anno : “educazione sessuale, dal gender alle differenze”. Ed effettivamente tra i tanti aspetti della nuova legge sulla Buona scuola che non piacciono agli addetti ai lavori e alle famiglie vi è proprio quello dell’educazione sessuale all’interno delle aule e del presunto inserimento della teoria del ‘Gender’ all’interno delle pratiche e degli insegnamenti.

Le polemiche al riguardo e il clamore massmediologico sono stati tali da costringere lo stesso Ministero ad emanare una circolare per precisare che il comma 16 della legge 107/2015- quello sotto accusa – di fatto serve ad assicurare l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo sostanzialmente la cultura del rispetto delle diversità nelle scuole di ogni ordine e grado.

E’spettato al prof. Alessandro Taurino, docente di psicologia clinica presso l’università di Bari, aiutare i docenti ad entrare e districarsi tra le varie categorie di sesso biologico, orientamento di genere, attitudine sessuale. Ai docenti infatti è affidato il compito difficilissimo di accompagnare i ragazzi alla compiuta realizzazione di sè liberandoli e liberandosi dalle cristallizzazione degli stereotipi sociali, culturali e politici e dalle gabbie che possono creare.

“Non esiste una ideologia di gender e non esiste nessun pericolo nella scuola di traviamento sessuale per i ragazzi” : in questo il prof Taurino è stato netto e categorico.
L’attenzione nelle nuove linee guida inerenti l’educazione sessuale – che ancora si aspettano dal Ministero ndr – mirerebbero a contrastare gli atteggiamenti omofobici alla base delle varie forme del bullismo, della violenza verso la parte debole e dell’intolleranza verso ogni forma altra.
“Questa impostazione – ha concluso il docente – serve e creare sistemi di rappresentazione condivisi, una cultura più inclusiva come esigenza dei tempi che cambiano”.

Chiara Rutigliano

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