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La Penna Bianca del Calcio – Fabrizio Ravanelli, andriese d’adozione

5 Gennaio, 2016 | scritto da
La Penna Bianca del Calcio –  Fabrizio Ravanelli, andriese d’adozione
Sport
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Si chiama Fabrizio Ravanelli è di mestiere fa il Campione. Ex giocatore della Juventus, Ravanelli è stato ospite, nella serata di domenica 3 gennaio, del Club Doc Giovanni Agnelli.

Insignito dal Presidente, Francesco Nicolamarino, della tessera onoraria n.500, Penna Bianca (come si faceva soprannominare) ha intrattenuto gli astanti con aneddoti che ripercorrevano tutta la sua folgorante carriera, giunta all’apice nella notte romana del maggio ’96 quando un suo gol ha regalato alla squadra bianconera la tanto sospirata Champions’ League.

Uomo ancor prima che calciatore, Ravanelli incarna lo spirito vincente di chi vuol arrivare, un senso del sacrificio che va di pari passo con un’incredibile forza di volontà, stacanovismo applicato allo sport insomma, senza dimenticare i valori di una persona con la testa sulle spalle.

Ciao Fabrizio, che piacere ritrovarti. Tempo fa hai giocato contro la Fidelis indossando la maglia del Perugia, ricordi ancora quel pomeriggio?

Come potrei dimenticarlo. Ero agli albori del mio percorso, ricordo la curva del ‘Degli Ulivi’, a ripensarci mi viene la pelle d’oca.

Sei rimasto nel cuore di molti tifosi juventini e non. Sei fiero che il tuo nome venga accostato all’immagine pulita del calcio.

Assolutamente si. Oggi le cose sono cambiate. I miei erano anni poveri di tecnologia, si faceva più spogliatoio, i campioni non erano ancora aziende attente al proprio merchandising, si preferiva il gruppo agli interessi economici personali. Spesso uscivamo tutti insieme con le nostre famiglie.

Ecco, la famiglia. E’ vero che hai proposto a tua moglie di trascorrere qui ad Andria le vacanze estive?

Verissimo, l’accoglienza che ho ricevuto è stata indescrivibile. La vostra gentilezza e disponibilità mi hanno commosso. Il cibo poi è il fiore all’occhiello di una Città che voglio assolutamente rivivere, anche al di fuori dell’ambito sportivo.

Calciatore ieri, opinionista e allenatore oggi. Che lavoro farà domani Fabrizio Ravanelli?

Non lo so. La mia esperienza sulla panchina dell’Ajaccio non è andata molto bene. Una cultura troppo diversa dalla nostra, allenamenti blandi per professionisti svogliati. Da telecronista di Fox Sports mi sto togliendo molte soddisfazioni. Nel futuro mi vedo ancora protagonista in questo mondo a cui, in fondo, devo tutto.

Cosa consiglieresti ad un bambino che vuole diventare calciatore?

Di seguire il proprio sogno, senza tuttavia rinunciare agli studi. Sono padre di tre figli e ho sempre cercato di dar loro tutte le possibilità che il Sottoscritto non ha avuto. Vengo da una famiglia modesta. Mio padre dipendente Enel e mia madre impiegata in una fabbrica di tessuti. Abbiamo affrontato i sacrifici non abbandonando le opportunità scolastiche che mi avrebbero garantito una vita comunque serena e dignitosa.

D’altronde quel ciuffo bianco gli ha sempre conferito maturità, grandezza ed eleganza, qualità di chi di mestiere fa il Campione.

 

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