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Andria – Tagli ai comuni 2013: Giorgino: “Restituire le somme tagliate dal Governo Monti”

9 Giugno, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
Andria – Tagli ai comuni 2013: Giorgino: “Restituire le somme tagliate dal Governo Monti”
Attualità
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“Vogliamo la restituzione delle somme tagliate dal governo Monti”. Il sindaco di Andria, il comune che, insieme a Lecce, aveva proposto ricorso al Tar del Lazio contro il decreto ministeriale del governo Monti che aveva tagliato 2,250  miliardi di euro di trasferimenti erariali ai comuni nel 2013, non ha dubbi.

“Noi -dice il Sindaco, Nicola Giorgino – vogliamo la restituzione delle somme tagliate e pari a 2,535 milioni di euro, perchè  a quel taglio indiscriminato alle casse di tutti i comuni italiani, i cui bilanci sono stati messi in crisi con conseguenze anche per le tasche dei cittadini, non ci siamo mai rassegnati.  Dopo la decisione della Corte Costituzionale bisognerà vedere come sarà posto rimedio a quei tagli indiscriminati compiuti  senza rispettare il ruolo della Conferenza Stato-Autonomie locali. Per questo insieme al solo comune di Lecce, unici in Italia, abbiamo fatto ricorso al Tar del Lazio con le conseguenze che conosciamo e cioè la decisione della Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimo quel taglio.”

Dunque la Corte – dice in sostanza Giorgino – ha richiamato  il legislatore al rispetto della leale e reciproca collaborazione come principio guida quando vuole prendere decisioni che riguardano altri livelli di governo, senza comprome.  Come si ricorderà la sentenza della Corte costituzionale numero 129 del 6 maggio ha infatti censurato la  norma che ha disciplinato  la riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio e del fondo perequativo per il 2013 ai Comuni per violazione degli artt 3, 97, 119 della Costituzione in  quanto non prevede nel procedimento di determinazione delle riduzioni alcuna forma di coinvolgimento dei Comuni, né l’indicazione di un termine per l’adozione del decreto attuativo del Ministero dell’Interno. Ora dunque, conclude Giorgino, occorre mettere  mano ad un nuovo terreno di confronto con il Governo in ordine al riparto di quei tagli, impugnati appunto  proprio per le modalità ora censurate dalla Corte Costituzionale.

 

 

 

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