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Trani – Educare i giovani al sentimento, il prof. Vavalà propone di raddoppiare le ore di narrazione storica

17 Giugno, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
Trani  – Educare i giovani al sentimento, il prof. Vavalà propone di raddoppiare le ore di narrazione storica
Cultura
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Bisogna educare al sentimento i “nuovi giovani”, nativi digitali dalle idee confuse. I professori devono usare meno il computer  e  sviluppare il senso critico facendo parlare di più i ragazzi in classe perchè il linguaggio si è impoverito.

A tracciare un percorso del ruolo che i professori dovrebbero avere con i ragazzi è il il filosofo Umberto Galimberti che, in una nota,  ha dichiarato:

“Esorterei i professori a usare meno il computer. A che serve? Gli studenti, nativi digitali, ne sanno più di chi dovrebbe insegnare loro l’informatica. Ai ragazzi internet fornisce, dopo anni di guerra al nozionismo, un’infinità di informazioni slegate tra loro, ma non regala senso critico, connessione dei dati e, quindi, conoscenza.
I maestri hanno il compito di sviluppare il senso critico e mettere in connessione i dati. Questi ragazzi bisogna educarli al sentimento per evitare l’analfabetismo emotivo: la base emotiva è fondamentale per distinguere tra bene e male, tra cosa è grave e cosa non lo è. E bisogna farli parlare in classe. Il linguaggio si è impoverito. Si stima che un ginnasiale, nel 1976, conoscesse 1600 parole, oggi non più di 500. Numeri che si legano alla diminuzione del pensiero, perché non si può pensare al di là delle parole che conosciamo. E la scuola è il luogo dove riattivare il pensiero.” (…)
 Umberto Galimberti

“La densa e acutissima nota di Umberto Galimberti e’ sicuramente inattuale ma di assoluta importanza – sostiene il prof. Luigi Vavalà, docente di storia e filosofia al Liceo De Sanctis di Trani-. Galimberti ha studiato il più grande filosofo del Novecento: M. Heidegger, che ha avuto il coraggio di cimentarsi con la questione della tecnica divenuta pervasiva, gigantesca e autonoma dai bisogni umani e in buona parte sfuggita alla padronanza e al nostro controllo.

Noi docenti, a scuola, spesso e in modo sempre più furioso, ci adoperiamo a digitalizzare e a sottoporre tutto alla ridondanza informatica e al dominio di Internet. Galimberti rende evidente il drammatico impoverimento del linguaggio e innanzitutto la secca perdita del pensiero critico e della capacità di creare analogie, collegamenti, nessi, tra i dati e le informazioni raccolte. In ultimo, sottolinea una sorta di “analfabetismo emotivo”, che porta alle pratiche di “banalità del male” e a non commuoversi più di fronte alle tragedie storiche che colpiscono il nostro vecchio continente. Deve scattare l’allarme, per non ricadere in una nuova barbarie. Proporrei di raddoppiare le ore di narrazione storica, e di pensare meno, un po’ meno, al Wi-Fi”.

A tal proposito il docente si sta adoperando per un incontro, nel prossimo autunno-inverno, con il prof. Galimberti, su questi temi, coinvolgendo tutte le scuole medie superiori di Trani e  spera in una collaborazione del Comune di Trani e in particolare dell’assessorato alla Cultura.

Si  attendono – conclude Vavalà –  riflessioni a proposito,dei dirigenti scolastici tutti ed in particolare dei due licei cittadini: prof. Grazia Ruggiero; prof. Tannoia, invitandole ad intervenire nel merito dell’analfabetismo emotivo e del l’assoluta importanza della narrazione storica.

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