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Scontro ferroviario – La procura di Trani: “Quel treno non doveva partire da Andria”

14 Luglio, 2016 | scritto da alessia paradiso
Scontro ferroviario – La procura di Trani: “Quel treno non doveva partire da Andria”
Attualità
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“Quel treno non doveva partire dalla stazione di Andria.” La procura di Trani mette il primo tassello nell’indagine sulla strage ferroviaria nelle campagne pugliesi e iscrive alcuni nominativi nel registro degli indagati.

Primo tra tutti il segnale di partenza dato al treno fermo ad Andria: quel convoglio si è mosso quando non doveva, con l’ok del capostazione e il semaforo verde di via libera. Cosa è accaduto? C’è stato solo un errore umano, ipotesi prevalente tra gli inquirenti, o anche un guasto tecnico che ha azionato il semaforo? Prima di iscrivere i nominativi dei dipendenti di Ferrotramviaria, la prima mossa del procuratore è stata quella di costituire un pool di quattro magistrati che, assieme a lui, indagherà in ogni direzione.

La decisione di procedere fin da subito su più fronti ha fatto sì che ogni magistrato si occuperà di un aspetto dell’inchiesta. Ed è ovvio che i primi accertamenti riguarderanno proprio le responsabilità dei capistazione V.P e A.P e gli eventuali loro collaboratori per accertare chi ha sbagliato nel dare il segnale di partenza.

Proprio dalla visione delle immagini delle stazioni, gli investigatori avrebbero già potuto accertare due elementi importanti. Dopo la partenza del treno da Andria, infatti, non si sono registrate scene di disperazione o attività particolari: significa che nessuno dei due capistazione si è accorto di aver commesso un errore. Inoltre, il macchinista del treno proveniente da Andria non poteva far altro che partire: oltre all’ok del capostazione, aveva anche il segnale di via libera sulla linea.

Il treno che è partito per secondo – dice il procuratore Giannella – non doveva partire”. “L’unica stazione di incrocio è quella di Andria – aggiunte il direttore generale di Ferrotramviaria Massimo Nitti – Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere”.

Vogliono far luce sulla questione del raddoppio della linea: il progetto è previsto dal 2008 e doveva concludersi nel 2015. Ovviamente non si è concluso. Perché? “Dobbiamo capire. Ci sono tante cose da vedere e da incrociare” si limita a dire il procuratore.
    L’indagine è soltanto all’inizio.

 

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