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Bisceglie – Franco Debenedetti tra i “Libri nel borgo antico”

29 Agosto, 2016 | scritto da Chiara Rutigliano

Viva il mercato, abbasso il mercato.
Tra questi due opposti si muove il pensiero di Franco Debenedetti, manager di industrie private,
come quelle di famiglia, la Gilardini, e poi della Olivetti, e ancora di Telecom, senatore per 3 legislature,
insomma un pezzo importante della classe dirigente di questo Paese che nel suo libro
“Scegliere i vincitori, salvare i perdenti” presentato sabato sera a Bisceglie, nel corso della rassegna “Libri nel borgo antico”, ha sostenuto che la politica industriale in Italia, negli ultimi 100 anni, è stata troppo invasiva.

“Dai casi dell’IRI nato nel 1933 fino alle Partecipazioni Statali e poi alle finte privatizzazioni, la politica industriale in Italia è stata – ha detto Debenedetti intervistato da Vincenzo Rutigliano, corrispondente per la Puglia de Il Sole 24Ore – un esempio di insana idea, quella di uno Stato che vuole entrare in tutti i processi economici e guidarli.”
Di qui il suo pensiero critico verso quella che ha definito una serie di errori consumati ai danni della libera iniziativa economica e della sua forza autoregolatrice.
Perchè Debenedetti questo pensa: lo Stato deve assicurare – come scriveva l’economista Adamo Smith – pace sociale, una tassazione fiscale sopportabile ed una giustizia equilibrata. Non di più, non di meno.

Chiara Rutigliano

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