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Caporalato: Emiliano, in ‘ghetto’ foggiano associazione mafiosa. La visita di Orlando

23 Agosto, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
Caporalato: Emiliano, in ‘ghetto’ foggiano associazione mafiosa. La visita di Orlando
Cronaca
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Nel ‘gran ghetto’ della provincia di Foggia è nata ed è cresciuta una vera e propria associazione mafiosa che, avvalendosi della forza di intimidazione che deriva dal vincolo associativo perdurante da anni tra i capi ed organizzatori del campo stesso, ha determinato una condizione di assoggettamento e di omertà che induce tutti i lavoratori agricoli stranieri che giungono nell’area a dover risiedere nel ghetto per poter sperare di ottenere un lavoro attraverso i caporali che pure fanno parte della organizzazione”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando del cosiddetto ‘ghetto’ in cui vivono, in condizioni igienico-sanitarie precarie, i lavoratori migranti impiegati nella raccolta di pomodori. “Chi non risiede nel ‘gran ghetto’ o in altri luoghi minori egualmente controllati – prosegue Emiliano – non può ottenere un ingaggio. L’organizzazione dunque lucra sui ‘servizi’ offerti al campo per ottenere un vantaggio economico”.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, lancia un appello al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e al Parlamento per una rapida approvazione della legge contro il caporalato. Emiliano lo fa su Facebook dove pubblica un lungo post sul cosiddetto ‘ghetto’ in cui, nella provincia di Foggia, all’interno di baracche di fortuna, vivono i lavoratori stranieri impiegati nella raccolta di pomodori. “Lancio – scrive Emiliano – un appello al Ministro Orlando, che domani farà un viaggio lampo in Capitanata, e al Parlamento, affinché la nuova legge contro il caporalato sia approvata al più presto”. “La Puglia – conclude – non può più essere lasciata sola a difendere i diritti umani il cui rispetto è il fondamento della nostra civiltà”.

Dopo la denuncia di Emiliano, è arrivata la visita a sorpresa del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al ‘ghetto’ di Rignano Garganico, una quarantina di chilometri da Foggia, dove alloggiano oltre duemila migranti sfruttati nei campi. “Una città fantasma – racconta Orlando sulla sua pagina facebook – Una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali. È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l’impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato”. Una serie di foto postate sul profilo facebook documenta la situazione in quella che è una baraccopoli, con i migranti costretti a prendere l’acqua da grosse cisterne. Nell’area, uno sterrato fangoso, si addensa un’enorme quantità di oggetti abbandonati di ogni genere: reti, materassi, mobili, sedie, sdraio e poi vecchie auto, vecchie roulotte.

Parole dure anche da Papa Francesco per lo sfruttamento degli esseri umani. In provincia di Foggia sono 10 mila i migranti che raccolgono i pomodori. Lavorano per 12 ore e un compenso di 35 euro da cui detrarre 10 euro per il trasporto da parte dei caporali.

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