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La buona scuola, Marmo: “tra docenti deportati, precari scaricati e insegnanti senza classi”

14 Settembre, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
La buona scuola, Marmo: “tra docenti deportati, precari scaricati e insegnanti senza classi”
Scuola
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La nuova Buona Scuola, partorita con la solita enfasi dai nostri governanti, deve avere qualcosa di molto antico se è vero che, pronti via, neppure il tempo di cominciare, ed ecco che gli studenti annunciano una mobilitazione nazionale per il 7 ottobre contro lo stato di abbandono della scuola, mentre i sindacati intensificano la battaglia per ottenere trasparenza sui criteri di assegnazione delle sedi ai docenti”.
Nino Marmo, consigliere regionale, commenta lo stato dell’arte del mondo scolastico pugliese a pochi giorni dal via delle lezioni.

“A proposito di docenti poi, la confusione è massima, almeno stando alle lagnanze ed alle sollecitazioni cui siamo sottoposti. Da una parte i neo insegnanti assunti con la legge 107 che, dopo aver aderito, coscientemente e volontariamente, alla nuova normativa per passare di ruolo ed aver firmato il contratto di assunzione in una delle 100 province italiane, ora gridano allarmati alla deportazione e chiedono un cambio di rotta a forza di emendamenti alla legge. Dall’altra, i precari iscritti nelle Gae, graduatorie ad esaurimento, che dopo aver rifiutato, coscientemente e volontariamente, l’opzione della 107, esimendosi dalla domanda e dalla relativa deportazione, oggi vengono abbandonati a se stessi, per non dire clamorosamente scaricati dal sistema, stante l’evaporazione dei pochissimi posti ancora riservati alle Gae.
Ma c’è di più e di peggio, continua Marmo, secondo gli addetti ai lavori la legge starebbe lentamente mutando pelle come i serpenti. Cambiando cioè testo e contesto, nell’indifferenza generale e facendo venir meno la stessa certezza del diritto. In definitiva creando una intricata matassa in luogo di una Scuola Buona ed ordinata. Trovo pertanto legittime, conclude Marmo, le preoccupazioni avanzate dai precari iscritti nelle Gae, per un Piano, quello disegnato dalla legge 107/2015, che alla prova dei fatti rischia riverberi negativi sulla scuola, sui docenti e di conseguenza sugli stessi studenti. Giacché introdurrebbe un vortice di mobilità reiterata nei prossimi anni a danno della continuità didattica e quindi di quella qualità dell’istruzione che costituiva l’obiettivo principe della nuova normativa”.

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