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Trani – Amarcord: dai carretti dei gelati ai lidi balneari

30 Settembre, 2016 | scritto da Antonella Loprieno
Trani – Amarcord: dai carretti dei gelati ai lidi balneari
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Ricordi tanti ricordi. Un Amarcord dei tempi andati, quelli che non torneranno più e che sono stati, per fortuna, immortalati da fotografie rigorosamente in bianco e nero.
Siamo a Trani e la photo gallery che proponiamo si riferisce ai mestieri, alla moda e ai lidi balneari in voga in quel momento. Scatti d’epoca (collezionate da Max Trani) che raccontano pezzi di storie vissute, attimi di quotidianità e che ci mostrano l’abbigliamento, gli usi, le tradizioni. A partire dal carretto dei gelati di Pasquale che al suono della campanella richiamava grandi e piccini che lo aspettavano per mangiare gelati e granite al limone. Campanella che oggi non si sente più e i sorbetti al limone sono stati sostituiti dai gelati confezionati che certi non hanno lo stesso sapore. Un cono costava 5-10 centesimi e non tutti potevano permettersi di comprarlo spesso. A Trani il gelato più famoso era il “moretto” ricoperto di coccolato con una ciliegina candita posta alla sua estremità. Più economico era il “grattamariano” fatto di ghiaccio tritato e di essenza di menta, tamarindo, limone, melograno, venduto presso le scuole. Gelati artigianali e granite venduti nei bar che nei primi del’900 erano il punto di riferimento dell’alta società. A Trani nel 1911 dominava il “Caffè Bellucci” in villa comunale, di Ciccio Bellucci, famoso per i servizi di caffè e gelateria, granite e manicaretti al forno.

Dal gelato ai lidi balneari il passo è breve e l’attinenza è scontata. Sulle spiagge prevaleva il pudore, costumi da bagno interi per le donne, pantaloncino per gli uomini. Il giornale locale “La Boheme” in un articolo datato 14 agosto 1910 scrive dello stabilimento balneare dei fratelli Tolomeo in villa che raccoglieva l’elite dei paesi limitrofi mente a Colonna “fan degna corona i bagnanti delle famiglie principali della città”si riuniva. Nel 1911 accanto ai Tolomeo sorge lo stabilimento dei signori Fabiano “a cui vi si accede, scrive il Corrire di Trani, da una balconata costruita a sinistra della villa”.
Poi sorse la “Bella Venezia”.

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