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Crollo Barletta – Sindaco: “no a costruire”

3 Ottobre, 2016 | scritto da Redazione
Crollo Barletta – Sindaco: “no a costruire”
Attualità
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Non si edificherà più nell’area di via Roma a Barletta in cui il crollo di una palazzina causò, il 3 ottobre 2011, cinque vittime. E’ quanto emerso dalle volontà del sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, e poi anche dei famigliari delle vittime, a latere della cerimonia di commemorazione stamani in città.
“La ferita che si è aperta cinque anni fa non si rimargina, mia sorella ci manca tantissimo e quel giorno abbiamo perso tutto, è crollato tutto è solo perché lei stava lavorando, per la sua famiglia. Antonella ci manca tanto!” ha dichiarato oggi Nunzia Zaza, sorella di una delle cinque donne rimaste uccise sotto le macerie della palazzina. Antonella Zaza era una delle quattro operaie, insieme a Tina Ceci, Giovanna Sardaro e Matilde Doronzo, che stavano lavorando nel laboratorio tessile al piano terra dell’edificio. Con loro c’era anche la 13enne Maria Cinquepalmi, figlia del proprietario del maglificio.
Alla domanda sulla destinazione del luogo della tragedia, la sorella di Antonella Zaza aveva espresso il desiderio che sia realizzata qualcosa per i bambini. Contestualmente il sindaco della città, Pasquale Cascella, che con il prefetto, Clara Minerva, ha deposto dei fiori davanti al luogo del crollo, ha annunciato che “in quel luogo non si tornerà a costruire”.
Grande è stata l’emozione della congiunta di Antonella la quale, emozionata, ha commentato: “Sono contenta”.
Cascella ha fatto riferimento alle motivazioni della sentenza giudiziaria di primo grado sulle responsabilità per il crollo, motivazioni che parlano di “modalità scellerate” e di “mala edilizia”, e di una demolizione che non tenne conto del fatto che si andava a lavorare su una cortina unica di fabbricati. Il suono di una campanella, alle 12.21, nell’aula magna del liceo classico a Barletta, ha ricordato oggi il momento esatto in cui, il 3 ottobre 2011, in via Roma crollò una palazzina provocando la morte di cinque donne. Un minuto di silenzio che ha interrotto la lectio magistralis tenuta agli studenti dall’ex presidente del tribunale di Trani, Filippo Bortone, per il quinto anniversario della tragedia.
“Ci troviamo a parlare di un evento – ha detto Bortone – che ha prodotto una ferita grave e sempre aperta, che ci fa mettere in discussione il nostro operato e il senso di responsabilità per questi giovani che stanno per spiccare il volo per i loro studi, per diventare dei professionisti seri. Nella vicenda del crollo sono tante le professionalità coinvolte che avrebbero dovuto prevenire ed evitare il crollo e invece lo hanno provocato”.
Bortone ha proseguito parlando del funzionamento della attività giurisdizionale, passando subito a soffermarsi sul caso specifico del giudizio sul crollo di via Roma e spiegando agli studenti processo e motivazioni della sentenza di primo grado.
“Nelle circa mille pagine delle motivazioni – ha spiegato – si evince la mancanza assoluta, da parte dei professionisti coinvolti, della valutazione sugli immobili coinvolti, che si reggevano l’uno sull’altro, per cui non si poteva operare con pala meccanica e non prima di puntellare gli immobili confinanti con quello da abbattere”. A questo punto della lectio, il suono della campanella ha interrotto la relazione e ricordato il momento esatto in cui la palazzina crollò. Con la sentenza di primo grado, emessa il 15 dicembre 2015, il tribunale ha inflitto a 15 imputati pene variabili da cinque anni e sei mesi a quattro mesi di reclusione.

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