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Trani – Legambiente: discarica e rifiuti

30 Ottobre, 2016 | scritto da Redazione
Trani – Legambiente: discarica e rifiuti
Attualità
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Negli ultimi giorni si sono succedute  ancora una volta informazioni contraddittorie e speculazioni ideologiche di modo da imporci di fare chiarezza sulla vicenda. La discarica non può essere definitivamente e formalmente chiusa, nè per provvedimento del Sindaco o del Consiglio Comunale,  né per decisione della Regione, né con referendum popolare o con la raccolta di firme, ma unicamente all’esito di una precisa procedura e solo dopo che l’ente territoriale competente al rilascio dell’autorizzazione abbia eseguito un’ispezione finale sul sito, abbia valutato tutte le relazioni presentate dal gestore e comunicato a quest’ultimo l’approvazione della chiusura. Vi è un preciso complesso e lungo iter imposto dalla legge italiana e dalla normativa europea di riferimento, onde evitare  una chiusura “ in fretta e furia” e che non tenga conto delle esigenze successive di  manutenzione, della sorveglianza e del controllo nella fase di gestione post-operativa, per tutto il tempo durante il quale la discarica può comportare rischi per l’ambiente dalla legge previsti in trenta anni ma possibilmente  persistenti per  un periodo ancora più lungo.

Tale obbligo di legge coincide con l’approccio scientifico di Legambiente e con la necessità che si compiano tutti gli adempimenti di legge essenziali alla chiusura ed al post esercizio della discarica, ed in tal senso coerentemente ai principi di precauzione e prevenzione la metodologia di calcolo da applicare  per lo studio dei rischi legati alla chiusura della discarica deve essere quella di tipo probabilistico prevedendosi  valori casuali e parametri in input incerti che possano verificarsi in futuro ed in funzione delle loro distribuzioni di probabilità e per ognuno di essi deve calcolarsi un valore di rischio che dovrà poi tracciare il percorso precauzionale per gli anni a venire evitando l’improvvisa esplosione della bomba ecologica che una discarica dismessa rappresenta. Il modello di calcolo di tipo deterministico adottato da alcuni autoproclamatisi esperti o demagoghi nell’ancorarsi di volta in volta ai parametri negativi accertati su sito della discarica rischia di non considerare tutte le future varianti e di provocare una chiusura formale della discarica con l’adozione di misure di bonifica contingenti che in realtà lascerebbero un “vulcano attivo” covare ancora sotto le ceneri della dismessa discarica.

E’ essenziale che il futuro della dismessa discarica sia affidato alla Città di Trani ed alla consapevolezza dei suoi cittadini coerentemente alle norme precauzionali imposte dalla legge che con rigido criterio governa la chiusura di una discarica. Urgono una pianificazione ed uno studio adeguato che tengano conto di ogni esigenza e problematica attuale come futura: dalla chiusura del “pozzo spia” PV6 possibile veicolo di inquinamento in falda, al risanamento delle pareti di contenimento,  alla razionale captazione di pergolato  e biogas alla necessità logica e normativa di colmare il bacino ove insistono i lotti della discarica. Infatti nella consapevolezza che i tre attuali lotti della discarica costituiscano un unico insieme che a sua volta si riconduce al fantomatico lotto 2bis, Legambiente Trani si chiede come possa evitarsi che il percolato si muova tra i tre lotti e raggiunga il quarto lotto 2 bis e soprattutto come si intenda colmare il bacino della ex cava posto che legge e logica scientifica impongono che la discarica cessata la sua funzione quindi avviata alla chiusura raggiunga il piano campagna per essere ricoperta da terreno vegetale e piantumata opportunamente con specie vegetali in grado di abbattere ulteriormente i fenomeni inquinanti. Devono essere poste al bando tutte le forme di verità assoluta ed intransigenza ideologica e ricercate soluzioni tecniche adeguate e permanenti in sinergia con il comparto territoriale, ipotizzandosi magari conferimenti di inerti, da parte delle industrie di lavorazione del marmo o impianti di compostaggio o altre soluzioni ragionevoli che soprattutto evitino che interventi urgenti e straordinari  esauriscano i fondi di post esercizio lasciando il territorio solo ad affrontare le incertezze di un futuro regalatoci dalla presenza di cave reimpiegate come discariche.

I rifiuti sono tra i  problemi economici e ambientali della attuale  società industriale, una realtà parallela  rispetto a quella delle merci. Ci si compiace della produttività, non si rinuncia al consumo e nel contempo si lanciano invettive per i danni ambientali causati dai rifiuti il quali  rappresentano una presenza pervasiva negli stili di vita contemporanei. Solo affrontando il problema dei rifiuti alla radice senza fare affidamento sul mero smaltimento sarà possibile in futuro ipotizzare un vivere diverso ed un’organizzazione sociale basata su un maggior rispetto di se, degli altri e dell’ambiente. Un gruppo di volontari ambientalisti non può da solo provocare una inversione culturale in una città come Trani. Tuttavia e tenendo fede ad un impegno già assunto con la Commissaria Straordinaria Legambiente Trani si sta adoperando nelle scuole, con i migranti, con i detenuti  e con l’ausilio dei volontari dei cantieri sociali per promuovere concretamente interventi ed esperienze di raccolta differenziata.

E’ essenziale che AMIU ed Istituzioni procedano con slancio e reale orientamento  e che tutti coloro che vogliono, non solo per proclami, che a Trani si segni una inversione di rotta nella gestione dei rifiuti si adoperino concretamente operando ed informando la cittadinanza la quale non cambierà atteggiamento solo per una delibera del consiglio comunale  o per una raccolta di firme. Non vi è alcuna provocazione in tali parole ma la consapevolezza di chi da oltre trenta anni si confronta con il “torpore” dei  cittadini tranesi  per i quali sarà essenziale un adeguato percorso preparatorio alla raccolta differenziata porta a porta ed in tal senso si invoca il contributo di tutti coloro che dichiarano di avere a cuore le sorti del nostro territorio.  Analogo invito alla unità e nel contempo ad un approccio scientifico viene formulato per affrontare la problematica della  chiusura della discarica comunale evitando il rischio che “l’emergenza chiusura” generi un disastro maggiore di quello causato dalla “emergenza apertura”.

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