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Legge di bilancio, Federalberghi Puglia contro Airbnb: “Tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura”

27 Novembre, 2016 | scritto da Damiana Dorotea Sgaramella
Legge di bilancio, Federalberghi Puglia contro Airbnb: “Tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura”
Economia
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Mentre il dibattito politico sul prossimo Referendum costituzionale continua ad essere acceso, un altro nodo da sciogliere risulta essere quello relativo alla cosiddetta “norma Airbnb”, che consiste nella bocciatura da parte del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dell’emendamento che fissa l’obbligo per chi affitta via web un alloggio o una stanza, di versare le imposte tramite la cedolare secca, con aliquota al 21% sostitutiva dell’Irpef ordinaria.

Airbnb è il portale che mette in contatto persone che sono in cerca di un alloggio con coloro che dispongono di uno spazio “extra” da affittare. Da un’analisi delle inserzioni presenti ad agosto 2016 sul portale, emerge che gli alloggi in vendita su Airbnb nel 2016 sono 18.333 a fronte dei 26 del 2009, nella Bat sono 407, nella provincia di Bari sono 2.759, a Lecce 10.360, a Brindisi 2.221, a Taranto 1.463 e a Foggia 1.103. Nella maggioranza dei casi, si tratta di una vera e propria attività economica, e non una fonte integrativa del reddito: il 57,7% degli annunci sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi. Non si tratta di attività occasionali, in quanto il 79,3% degli annunci riguarda alloggi disponibili per oltre sei mesi all’anno.

La filosofia della “condivisione” con il proprietario, quindi, è solo un concetto astratto! Ben il 70,2% degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno. In questo modo, il sommerso nel turismo continua a dilagare indiscriminatamente, favorendo l’ evasione fiscale e il lavoro nero.

A tal proposito, si è espresso il presidente della Federalberghi Puglia, Francesco Caizzi, rivolgendosi ai parlamentari che si apprestano a votare la legge di bilancio: “La Commissione bilancio della Camera dei Deputati deve approvare senza esitazioni gli emendamenti utili al contrasto dell’abusivismo e dell’evasione fiscale nel campo delle locazioni turistiche. Questa è l’unica risposta efficace perché la legalità trionfi nel settore della ricettività turistica e quello che è stato il nostro slogan sia coniugato nella realtà”.

La questione Airbnb – continua  Caizzi – non può risolversi soltanto in un dibattito fra old e new economy che riempie le agende mediatiche italiane. Qui è in ballo la legalità e la tenuta di un settore, quello turistico, che, nel nostro Paese e nella nostra regione, si prospetta cruciale per l’intera economia. I numeri della ricerca ci consegnano la fotografia di un fenomeno dilagante, reso possibile dall’esistenza di decine di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

Non è necessario introdurre nuove tasse per contrastare l’evasione fiscale –  conclude Caizzi – . E’ sufficiente che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole poste a tutela dei consumatori, dei lavoratori, della sicurezza pubblica e del mercato. Va, quindi, nella giusta direzione la proposta di istituire un registro presso l’Agenzia delle Entrate, in cui si debbano iscrivere tutti i soggetti non imprenditori che gestiscono i cosiddetti affitti brevi, e al quale i portali debbano comunicare i dettagli delle transazioni”.

 

di Damiana Dorotea Sgaramella

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