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Andria – Ventola: «Ritengo importante l’impegno sul nuovo ospedale di Andria»

6 Dicembre, 2016 | scritto da Redazione
Andria – Ventola: «Ritengo importante l’impegno sul nuovo ospedale di Andria»
Attualità
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Come preannunciato, la Giunta Regionale di Michele Emiliano ha approvato le modifiche e le integrazioni al Piano di Riordino Ospedaliero.

«Che il destino degli ospedali di Canosa e Trani fosse segnato, lo abbiamo gridato ai quattro venti nonostante le accuse di cassandre di chi, piaccia o no, è colluso con la politica regionale di sinistra che da quasi 12 anni governa la sanità pugliese – afferma Francesco Ventola, consigliere regionale Conservatori e Riformisti -. Senza Ospedali, non ci saranno i Pronto Soccorso. Per cui, tanto il Punto di Primo Intervento, come ultimamente definiti – di Canosa , quanto quello di Trani, spariranno completamente. Con l’ulteriore modifica apportata al Piano di Riordino Ospedaliero, infatti, hanno deciso che tali strutture devono coesistere solo all’interno dei presidi ospedalieri previsti nel Piano.

Ciononostante, le battaglie che abbiamo condotto grazie alla mobilitazione di associazioni e singoli cittadini ed all’impegno di molto colleghi Consiglieri Regionali del territorio, hanno portato qualche punto a favore. Intanto, l’indice dei posti letto è salito: nella Bat, avremo 2,1 posti letto ogni 1000 abitanti.

Per il presidio di Canosa, in particolare, la pressione continua su tutti i tavoli decisionali. Il Piano, oltre all’incremento di posti letto ha aggiunto alcune impegni/certezze formali. La preannunciata riconversione dell’ospedale in riabilitazione e lungodegenza, rispettivamente avrà 40 e 20 posti letto (con un incremento per la riabilitazione e nuovi P.L. per la lungodegenza).

Quello che ritengo importante, – continua Ventola – è l’impegno sul nuovo ospedale di Andria. Si è definitivamente convenuto sulla sua costruzione sull’asse Andria – Canosa e sulla sua più alta qualificazione: sarà cioè ospedale di secondo livello (che significa presenza di reparti e specialità di tutte le branche legate all’urgenza/emergenza). La sua realizzazione è prioritariamente prevista in relazione alla maggiore dotazione finanziaria dei fondi ex art. 20 della finanziaria 67/88 ovvero delle risorse comunitarie di cui al Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020.

Tutto questo, è stato da noi ribadito, deve avvenire seguendo un preciso cronoprogramma contestuale, nel senso che non si deve dismettere nulla prima che non ci siano le nuove strutture a potersene far carico (disattivazione degli ospedali di Andria, Canosa e Corato).

Quanto alla ulteriore riconversione di Punti di Primo Intervento (gli ex Pronto Soccorso), il cronoprogramma approvato prevede la disponibilità di una equipe strutturata per fronteggiare e stabilizzare temporaneamente il paziente, dalle ore 8 alle ore 20 ed una equipe di 118 dalle 20 alle 8 al massimo fino al 30 settembre del prossimo anno. Comunque, la successiva trasformazione solo in postazione medicalizzata del 118 h24 dovrà in ogni caso concludersi entro il 31 dicembre 2017.

Canosa come Trani saranno infine sede di Presidio Territoriale di Assistenza. Potranno assicurare i servizi distrettuali in cui saranno integrate le funzioni assistenziali e lo sviluppo dei percorsi diagnostico-terapeutici-assistenziali. Questi i possibili assetti organizzativi: orientamento assistenziale e accesso unico alle cure, Cure Primarie e Specialistica Ambulatoriale, Associazionismo complesso della Medicina e Pediatria di famiglia e continuità assistenziale, assistenza consultoriale e Materno Infantile, Degenza Territoriale (Centro Risvegli), Salute Mentale, dipendenze patologiche, riabilitazione, servizi amministrativi.

Il Centro Risvegli, si diceva – conclude il Consigliere Regionale -, le modifiche al Piano di Riordino, continuano a parlarne rassicurando sulla sua realizzazione a Canosa con i 45 posti letto di dotazione. Lo abbiamo sempre detto, il Piano di Riordino non è quello per il quale il territorio ha lottato. Anche le modifiche apportate non ci soddisfano affatto.

Però, finché non cambiano le prospettive, la concretezza e il dovere di essere realisti, personalmente mi impongono di affrontare le cose per quelle che sono. Perciò continuo a svolgere il mio ruolo con determinazione affinché quanto la Regione si è impegnata a fare, almeno avvenga nel rispetto delle cose e dei tempi previsti. Non vorrei che al danno si aggiunga la beffa».

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