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Bat – L’universita’ di Bari guarda a Barletta. Andria resta ancora al palo

7 Giugno, 2017 | scritto da alessia paradiso
Bat – L’universita’ di Bari guarda a Barletta. Andria resta ancora al palo
Attualità
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L’Università di Bari guarda a Barletta ed Andria resta ancora al palo. In attesa di comprendere ancora oggi, a distanza di moltissimi anni, quali fossero le reali finalità dell’enorme finanziamento pubblico provinciale che avrebbe dovuto far nascere in questa territorio “l’Università della Bat” (che con UNIBA non c’entra nulla!), è proprio l’UNIBA a proporre la realizzazione del Progetto “Contamination Lab” e, guarda caso, chiede di istituire a Barletta quel Laboratorio. La Giunta accoglie la proposta ed approva di istituire un “Contamination Lab” rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, con l’obiettivo di favorire la sperimentazione e lo sviluppo di progetti innovativi finalizzati alla crescita socioeconomica del territorio in una pluralità di ambiti applicativi. Naturalmente bisognava cercare un luogo “adatto” per svolgere tale importantissima attività ed ecco che prende forma la proposta di destinare a tale scopo i locali del capannone chiamato “Incubatore dell’Innovazione e della Creatività”. Già proprio quel controverso manufatto gestito da un’Associazione di Associazioni che si videro riconoscere un finanziamento (deliberato da se stesse) ancor prima che quell’Incubatore fosse assegnato a se stesse. Tutti, tranne chi a quel tempo non aveva compiti e mansioni di carattere politico o amministrativo e stava a fare tutt’altro, ricorderanno le scenette che contornarono un bando di individuazione del Progetto per l’utilizzo dell’Incubatore. Come non dimenticare l’energica ed instancabile azione di alcuni portatori di interessi collettivi tra i quali, pensate un po’, addirittura il fratello del Sindaco di Barletta che sull’intera vicenda espresse tantissime perplessità fino ad arrivare ad annunciare azioni eclatanti contro procedure ancora mai chiarite che coinvolsero una serie di soggetti. Ad una “strana” riunione convocata dal Sindaco di Barletta nella sala giunta lunedì 1° dicembre 2014, alla quale partecipai in rappresentanza di UNIBAT, si arrivò persino ad esprimere la parola “turbativa d’asta” proprio da parte dell’allora Dirigente di quel Settore che si consentì anche il potere di abbandonare la riunione mentre era ancora in corso, in modo ingiustificato a meno che la giustificazione la conoscesse solamente lei. Una riunione ove si discuteva del bando pubblico alla presenza di chi poi, come prevedibile, di fatto quel bando lo vinse vedendosi attribuire il manufatto e il Progetto di gestione. Gli accadimenti di allora furono ancor più rumorosi quando fu proprio Nicola Cascella, del Coordinamento barlettano Network Associativo Apice, a chiedere l’annullamento della discussa delibera di giunta relativa all’affidamento della gestione dell’Incubatore ex distilleria. Il Cascella Nicola del “Coordinamento Network Associativo A.P.I.C.E. (organizzazione apartitica ma che ricerca momenti di confronto con tutte le forze politiche e sociali, con i loro rappresentanti istituzionali, impostando e predisponendo osservazioni, istanze e proposte su dei pilastri fondamentali quali: Legalità, Correttezza, Integrità e Trasparenza al di sopra di qualsiasi rapporto amicale e parentale) denunciò pubblicamente l’andazzo di quell’incontro affermando che fu poco cordiale, per le continue interruzioni, contestazioni e reazioni ingiustificate, come quella dell’auto-allontanamento della dirigente Santa Scommegna, subite dal Nicola Cascella il quale rincarava la dose affermando e contestando Il Silenzio dell’amministrazione “Cascella” in merito alle nota 09/07/2014 ( in fase istruttoria) inviata: al Sindaco, agli Assessori Comunali, ai Dirigenti, al Segretario Comunale al Presidente del Consiglio, alla Commissione di riferimento, ai Consiglieri Comunali del Comune di Barletta, nonché al Comitato Politico Istituzionale PSAV Vision 2020 ad oggetto: Istanza – Osservazioni – Proposta : OSSERVAZIONI ALLE DELIBERA DELLA GIUNTA COMUNALE DI BARLETTA N. 111 DEL 22.05.2014 “, ritenuta inevasa. In fase propositiva, inoltre, Il Coordinamento proponeva la realizzazione di un Incubatore Sociale diffuso di comunità, caldeggiando la nascita dell’istituzione Culturale Barletta AVNBO con cui, il Comune di Barletta garantisse la partecipazione dei cittadini e delle associazioni del territorio, la semplificazione nella gestione, l’introduzione di stili manageriali e il miglioramento della qualità dell’offerta culturale, governato a titolo gratuito da un Consiglio di Amministrazione nominato dal Sindaco e gestito da una direzione e da uno staff tecnico che traducesse in operatività scelte e programmi dell’Amministrazione non arrecando alcun aggravio economico sui conti del bilancio comunale autogestendosi. Infine chiedeva espressamente che fosse Autorizzato l’accesso agli atti amministrativi tra il Comune di Barletta e l’Associazione “Future Center Barletta – BAT” e soprattutto l’accesso agli atti amministrativi tra Amministrazione comunale di Barletta e la Confindustria, ANCE, CERSET e Distretto Produttivo dell’Edilizia Sostenibile Pugliese il tutto riconducibile all’Incubatore dell’innovazione e della creatività nell’area dell’ex Distilleria (il primo ed attuale Presidente è proprio un esponente di spicco di Associazione). A quella richiesta di annullamento e/o revoca e/o ritiro della delibera di Giunta Comunale n.111 del 22.05.2014. e relative determine dirigenziali consequenziali anticipatamente alla data di scadenza del bando non se ne seppe più nulla ed il comune andò avanti come un Frecciarossa che non ferma a Barletta e a cui poco importa dei “passeggeri” lasciati a terra. Anche da parte del Nicola Cascella non si sa più nulla circa la sua eclatante azione che arrivò persino a dichiarare pubblicamente che in caso di mancate azioni e risposte da parte dell’A.C. si sarebbe visto costretto a “promuovere ogni azione a tutela dei diritti di cittadinanza, di legalità e trasparenza, sanciti dall’ordinamento italiano e dalle risoluzioni europee e internazionali”

Non sappiamo cosa in realtà sia questo “Contamination Lab”, visto che la sua definizione è talmente “ricercata” da dire, come in moltissimi altri casi, tutto e nulla. Provate infatti ad analizzare il senso di “favorire la sperimentazione e lo sviluppo di progetti innovativi finalizzati alla crescita socioeconomica del territorio in una pluralità di ambiti applicativi” e mi darete ragione.
Ad ogni buon conto la verità è che questo territorio continua a restare fortemente frammentato, senza alcuna forma di coordinamento, senza alcuna sinergia ed intento unicamente a salvaguardare posizioni individualistiche che mirano più ad incentrare sulle singole persone i riflettori a luce fredda, senza mai costruire nulla di duraturo, di condiviso e di utile al territorio. Soldi pubblici gettati dalle finestre in una terra dove le politiche del lavoro sono completamente assenti o addirittura dannose e dove il tasso di disoccupazione ha ormai superato abbondantemente il 58%. Altro che Contamination”. La Contaminazione c’è e si vede tutta ma tutta al negativo.

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