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Andria – Stadio Sant’Angelo dei Ricchi, Giovani Democratici: “Più trasparenza e chiarezza sulla questione”

1 Novembre, 2017 | scritto da Redazione
Andria – Stadio Sant’Angelo dei Ricchi, Giovani Democratici: “Più trasparenza e chiarezza sulla questione”
Attualità
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L’11 febbraio 2016, l’Amministrazione Comunale aveva consegnato alla ditta Co. ED S.r. di Padula (SA) lo stadio “Sant’Angelo dei Ricchi” ai fini di riqualificare la struttura sportiva, nata come fiore all’occhiello del territorio locale e divenuta fatiscente a causa di lavori manutentivi quasi inesistenti.

Il termine dei lavori era previsto nel tempo massimo di centottanta giorni, quindi alle porte della stagione sportiva 2016/2017. Così non è stato, infatti le compagini calcistiche dilettantistiche della città di Andria hanno dovuto arrangiarsi presso varie strutture private per tutta la durata dei campionati.

Inoltre, è risultata disattesa anche la previsione del dr. Gianluca Grumo, assessore con delega alle Opere pubbliche e alle Infrastrutture, che confidava in una prossima apertura dell’impianto già in data 17 marzo 2017, nelle dichiarazioni rese all’emittente televisiva locale nel corso di un’intervista.

Ad oggi, i cancelli arrugginiti del “Sant’Angelo dei Ricchi” risultano ancora chiusi e sul nuovo manto erboso del terreno di gioco regna il silenzio. Lo stesso discorso vale per la rinnovata tribuna e i riqualificati spogliatoi, senza dimenticare che la gravosa problematica coinvolge anche tutti i corridori andriesi, i quali non possono usufruire dell’unica pista di atletica della città da oltre un anno e mezzo. Il “Sant’Angelo dei ricchi” è stato già oggetto di attenzione da parte del neo segretario del Partito Democratico Giovanni Vurchio nella campagna politica precedente quando il tappeto di calcio era sommerso da erbaccia oltre che alle pessime condizioni strutturali.

I Giovani Democratici chiedono più trasparenza e maggiore chiarezza sulla questione al sindaco Nicola Giorgino ed ai componenti della sua Giunta. L’intento non è quello di puntare il dito contro un capro espiatorio qualunque, con il solo scopo di fare rumore, bensì quello di rendere partecipe l’intera cittadinanza riguardo alle sorti di uno spazio pubblico necessario e fondamentale per la comunità urbana.

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