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Barletta – Ruggiero Mennea sulla “Pietro Mennea Half Marathon”. “La decisione del giudice FIDAL va rivista”

27 Febbraio, 2018 | scritto da dora dibenedetto
Barletta – Ruggiero Mennea sulla “Pietro Mennea Half Marathon”. “La decisione del giudice FIDAL va rivista”
Sport
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E’ sconcertante che durante una manifestazione sportiva, come quella della Pietro Mennea Half Marathon che si è svolta domenica 25 febbraio,

un giudice di gara della FIDAL, applicando un regolamento a dir poco discutibile, abbia squalificato un partecipante che spingeva il proprio figlio con disabilità,

solo perché ha voluto percorrere gli ultimi metri del percorso di gara, accompagnato dal proprio amico a quattro zampe”-  lo dichiara Ruggiero Mennea, consigliere regionale e delegato della fondazione “ Pietro Mennea Onlus” diffondendo una sua nota stampa.

“Credo che su questo spiacevole avvenimento – prosegue Mennea – debba intervenire la FIDAL, richiamando lo stesso giudice di gara che, in modo rigido ed oltremodo paradossale, ha applicato un regolamento contrario ai valori dello Sport.

Qualora non dovessero sussistere gli estremi per poter mettere in discussione il comportamento dello stesso giudice, è evidente che si debba intervenire sul regolamento stesso.
Lo sport – sottolinea –  è integrazione sociale, benessere fisico e psicologico, soprattutto per le persone che sono quotidianamente a contatto con le difficoltà della vita, dovute alla gestione della disabilità.

Noi dovremmo premiare chi, con sacrificio e forza d’animo, ha anche la forza di mettersi in gioco e vivere momenti di sano sport e convivialità.

Sono certo che la decisione tanto discussa del giudice di gara, sia stata presa con leggerezza e che sia, anche, contraria ai principi su cui il nostro campione, Pietro Mennea , si sia fatto ispirare durante la sua carriera sportiva e su cui ha fondato la fondazione che oggi lo rappresenta”.

2 Comments

  1. Savino Alba says:

    Da quando capisci di atletica?

  2. Giuseppina says:

    Sono stata la domestica di casa Mennea per circa 70 anni, dalla fine degli anni ’40 a fine anni ’90, ma anche prima i miei genitori erano amici di famiglia coi nonni di Pietro e quindi si può dire che ho lavorato dai Mennea tutta la vita. Vedo ora questo Ruggiero, se non erro lui è il cugino! Lui dice che è cugino di Pietro, ma se è cugino di Pietro è cugino pure degli altri fratelli. Non c’è una parentela a macchia di leopardo. A quanto pare credo che abbia qualche leggerissimo problema con le parentele. Eppure ora ricordo un cuginetto che, negli anni 60, veniva a farci visita. Non so se fosse proprio lui, credo di no perchè un bell’uomo come Ruggiero, bello, forte, virile, dal capello selvaggio, a(l)itante, sexy, husky, sa come trattare le signore. Lo ricordo perché questo cuginetto di nome Rogerio (aveva lontani parenti brasiliani) spesso veniva invitato e quando saliva era solito nascondersi sotto i tavoli per sbirciare le gambe delle signore (la signor Vincenza era molto ospitale e faceva delle lunghe tavolate. Spesso parlava dal balcone e diceva alle amiche “Ehi stai con Maria e Rosa? Ne salite, mangiate da noi! E tutte venivano ad ingozzarsi con avidità su quei piatti che preparavo con tanto amore. morti di fame). Io me lo ricordo perché questo bimbo già precoce si metteva sotto la tavola a vedere le gambe di noi donne e spesso poi usciva col naso rotto (le signore gli davano delle ginocchiate dritte sul setto nasale, se non addirittura calci ben assestati per allontanarlo). Una volta lo beccarono, di tacco, nei gioielli di famiglia e uscì piangendo piangendo. A volte poi era lui che indietreggiava carponi carponi e poi mentre si rialzava SBANG! andava a sbattere la testa sul tavolo, proprio sullo spigolo. Le signore poi, avevano capito che venendo a cena da noi c’era questo piccolo ometto che le insidiava e così e si munirono delle pistole a piombini. La tenevano in borsa e poi quando si avvicinava lentamente mettevano il braccio sotto al tavolo e sparavano. Eh sì, era un bel bricconcello!!!

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