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Bari – 40° strage via Fani, Emiliano: “Moro,costruttore della buona politica”

16 Marzo, 2018 | scritto da Redazione
Bari – 40° strage via Fani, Emiliano: “Moro,costruttore della buona politica”
Attualità
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Due corone d’alloro sono state deposte questa mattina a Bari davanti al monumento dedicato all’esponente della Democrazia cristiana, Aldo Moro, a 40 anni dal suo rapimento e dall’uccisione della sua scorta in via Fani, a Roma, il 16 marzo del 1978. Il corpo di Moro fu poi fatto ritrovare, dopo 55 giorni di prigionia, nel portabagagli di una ‘Renault 5’, il 9 maggio del 1978, in via delle Botteghe oscure, nella capitale. Sono intervenuti, tra gli altri il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo e Antonio Uricchio, rettore dell’Università di Bari. Decaro ha evidenziato che “Moro è un patrimonio del nostro Paese. Da quella vicenda il nostro Paese ha ricostruito la propria comunità: c’è stata una reazione unitaria come è accaduto con la mafia dopo l’omicidio di Falcone e Borsellino”. Per Loizzo “non sono rituali le celebrazioni in corso: è una ferita ancora aperta e quell’assassinio ha cambiato il corso della politica è pesa ancora”.

Una dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in occasione del 40mo anniversario del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani.

“Sono trascorsi 40 anni dal massacro di via Fani con il quale le Brigate rosse portarono a compimento il loro vile attacco al cuore dello Stato, sequestrando Aldo Moro e uccidendo barbaramente i cinque uomini della sua scorta. Quel giorno, e i 55 che seguirono fino al 9 maggio, con l’immagine del corpo dello statista pugliese riverso nel bagagliaio di un’auto, hanno cambiato la storia d’Italia.

Aldo Moro non era solo l’uomo del dialogo, ma soprattutto un costruttore della buona politica. Un pugliese mite, che ha pagato con la propria vita il furore ideologico di chi sognava la guerra rivoluzionaria.

Un uomo del Sud, che ha sempre guardato al Mezzogiorno come parte vitale e produttiva dell’intero Paese, rifuggendo ogni prospettiva sudista, fatta di piccole patrie, e coltivando l’ambizione di essere un Sud in grado di raccogliere le sfide della modernità. Un insegnamento, tra i tanti, che resta ancora di profonda attualità”.

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